Immessi in ruolo fase B: un’ingiustizia da sanare

Cari Renzi, Faraone e Giannini,

è arrivato il momento di fare i conti con la vostra coscienza e di rendere tutto ciò che è stato ingiustamente sottratto ai docenti immessi in ruolo nella fase B “costringendoli psicologicamente” a presentare domanda per l’immissione in ruolo il 14 agosto 2015 e catapultandoli a 1000 chilometri da casa con un ruolo spesso su una classe di concorso su cui mai hanno lavorato (sostegno) con soli 20 punti (è questa la “Buona Scuola” che valorizza le professionalità e le competenze acquisite?) perché in possesso di un titolo (sostegno) costretti a dichiarare e su cui non ci si è mai misurati professionalmente sul campo.

Il risultato è stato quello di privare della meritata serenità e felicità chi ha atteso per anni e anni l’immissione in ruolo che è diventata invece una croce che ancora ci portiamo addosso.

Mi chiedo qual è stata la ratio di questo diabolico piano assunzionale che, anziché premiare i più meritevoli, con punteggi altissimi, pluriabilitati e plurispecializzati, coloro che hanno sempre veramente creduto nella scuola lavorando con abnegazione, professionalità, entusiasmo e grinta ed investendo tutto in termini di studio, impegno, risorse economiche, emotività ed affettività ha, invece, premiato chi nella propria vita non ha investito nulla, non ha sacrificato la propria famiglia ed è rimasto in attesa di qualcuno che gli porgesse su un “piatto di platino ” ciò per cui noi, invece, abbiamo incessantemente creduto impegnandoci fino allo spasimo.

Tutto questo per pura superficialità, per perversa diabolicità? Veramente assurdo!

Il nostro stato d’animo è davvero in frantumi perché vi garantiamo che non è facile essere vittime di siffatte ingiustizie, senza avere la pur minima possibilità di confrontarsi ed esprimere le proprie motivate ragioni. Mai nessun governo dello stato italiano aveva trattato la scuola e i docenti in siffatto modo!

Non c’è nulla di personale, ma c’è un’avversione ineliminabile alle scelte che hanno prodotto questo bel risultato :
entrare a scuola la mattina e trovare sulla soglia della porta insegnanti ultracinquantenni inesperti (che non sanno se e dove firmare la presenza ) ma felici di lavorare nel proprio paese e anche di poter sostenere l’anno di prova, mentre noi, che da almeno 15 anni insegniamo in loco e sulle nostre discipline con nomina annuale, avviliti ed umiliati perché non solo impossibilitati a sostenere l’anno di prova, ma anche (speriamo di no!) costretti a lasciare immeritatamente la nostra Terra, i nostri figli e le nostre tanto amate discipline di insegnamento.

E’ arrivato il momento di concretizzare gli impegni assunti in diverse uscite pubbliche, a cominciare dalla puntata di “Porta a Porta” del 15 settembre 2015, dove il sottosegretario Faraone ha promesso di eliminare le riconosciute ingiustizie e storture subite dai docenti della fase B. Quando? Se non prevedendo, in occasione della domanda di mobilità per l’a. s. 2016/2017, la possibilità di poter indicare la priorità tra sostegno e disciplina (come già fatto nella domanda per l’immissione in ruolo) ora che con il potenziamento i posti sulle discipline e nella prima provincia di preferenza sono stati creati a sufficienza, garantendo, così, il rispetto dell’ordine in graduatoria.

Diversamente, i vostri impegni, oltre ad essere solamente presunti, avranno il sapore delle lacrime di coccodrillo e di una ulteriore e definitiva presa in giro.

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