Sarebbe un decreto davvero importante quello che il ministro della Pa e della Semplificazione, Gianpiero D’Alia, si appresta a presentare in CdM probabilmente già nella seduta di venerdì 2 agosto: oltre ai già annunciati provvedimenti sulla proroga dello stop al rinnovo contrattuale e sul via libera ai concorsi riservati per decine di migliaia di dipendenti a tempo determinato (di cui oltre la metà della scuola) con almeno tre anni di servizio svolti negli ultimi cinque, il responsabile della Funzione Pubblica avrebbe compreso nel provvedimento anche il piano triennale di 44mila assunzioni nella scuola (una cifra già annunciata un paio di mesi fa dal ministro dell’Istruzione Carrozza).
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Imminente il decreto triennale sulle assunzioni: subito 15mila
Di queste 44mila assunzioni, 15mila (12mila docenti e 3mila Ata) sarebbero da effettuare nel corso di questo mese. Per rendere operative la assunzioni dal 1° settembre 2013, immettendo in ruolo (tra i docenti) metà vincitori del concorso a cattedra e metà aspiranti prof inseriti nelle graduatorie ad esaurimento.
La quota di 44mila unità di personale da assumere, decisamente inferiore a quelle cui eravamo abituati, si deve principalmente agli effetti della riforma Fornero: vale la pena ricordare che nella scuola oltre l’80% del personale è di sesso femminile e sono proprio le donne le maggiori danneggiate nel comparto pubblico dello slittamento fino a 66 anni dell’uscita dal lavoro.
Una conferma, seppure indiretta, della bontà dell’indiscrezione sul piano triennale di assunzioni proviene dall’on. Elena Centemero, responsabile scuola del Pdl: “la possibilità che venga completato ed esteso ai prossimi anni il piano di assunzioni triennale, che fu voluto proprio dal governo Berlusconi, accanto all’assunzione dei vincitori del concorso che si sta svolgendo, non credo proprio sia una sanatoria”. Ed ha poi aggiunto: “la legge Brunetta aveva individuato un serio percorso di valutazione che andrebbe ripreso e utilizzato in tutta la Pubblica Amministrazione”. La Centemero ha colto l’occasione per sostenere che “la formazione e il reclutamento del corpo docente vada ripensato in modo strutturale il sistema dei Tfa ordinari e, soprattutto, dei Tfa speciali, dato che questo sistema ha dimostrato di non funzionare”.