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Immissioni in ruolo 2022/23, stabilita la ripartizione dei 94.130 posti: a breve le convocazioni – Rivedi la diretta

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Come abbiamo anticipato, il ministero dell’Istruzione ha comunicato le istruzioni operative delle immissioni in ruolo 2022/2023. I posti autorizzati per il contingente sono 94.130 e comprendono quelli che andranno alle Gae, ai concorsi, alla call veloce e alle assunzioni da Gps I fascia.

Gli aspiranti docenti che sperano nel ruolo attendono con ansia le convocazioni per salire in cattedra. Ne parliamo nell’appuntamento di Tecnica risponde LIVE di martedì 19 luglio, alle ore 17. Ospiti dell’appuntamento l’avvocato specializzato in diritto scolastico, Dino Caudullo, l’esperto di normativa scolastica, Attilio Varengo (Cisl scuola) e il direttore della Tecnica della Scuola, Alessandro Giuliani.

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La ripartizione posti

Ricordiamo che sia per la scuola dell’infanzia e primaria che per quella secondaria, i posti disponibili per le immissioni in ruolo saranno suddivisi al 50% tra Gae (graduatorie a esaurimento) e Gm (graduatorie di merito) dei concorsi. 

Torna la call veloce

Quest’anno torna la call veloce, che ha lo scopo di consentire, dopo le nomine in ruolo sui posti rimasti vacanti, la possibilità di entrare in ruolo, per chi era nelle GAE di una provincia o graduatorie di merito di una regione, in altra regione di Italia. Ci ricorda il professore Lucio Ficara che la call veloce era stata sospesa solamente per l’anno scolastico 2021-2022 ai sensi dell’art.58, comma 2, lettera b) del decreto legge Sostegni bis. Nell’anno scolastico 2022-23, al contrario, la procedura torna operativa.

La rinuncia all’assunzione

Va precisato che l’eventuale rinuncia a una proposta di assunzione comporta la cancellazione immediata dalla graduatoria per il posto/classe di concorso cui si è rinunciato.

Tanti posti non verranno assegnati

Coprire tutti i posti autorizzati sarà impossibile, secondo il parere unanime di tutte le sigle sindacali. Il problema di fondo è l’assenza di candidati, cui il ministero avrebbe voluto far fronte mediante un concorso ordinario veloce ed efficiente, cosa che si è resa non praticabile per via dell’elevatissimo numero di bocciati nelle prove concorsuali: 9 candidati su 10 non hanno superato gli ultimi concorsi ordinari.