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Immissioni in ruolo, assegnare i posti vuoti ai docenti delle GaE

Tutti continuano a parlare delle diplomate magistrali che solo con ricorso hanno ottenuto prima l’inserimento in Gae e poi hanno sottratto il ruolo ai docenti delle Graduatorie ad esaurimento, i quali invece hanno seguito l’iter che la legge richiedeva loro per diventare insegnante.

Poi la Sentenza Plenaria ha stabilito che le diplomate magistrali non hanno nessun diritto di rimanere in Gae e né tanto meno ricevere il ruolo.

Ora sono arrivati i primi depennamenti e i ruoli occupati ingiustamente dalle diplomate magistrali ritornano liberi.
Quei posti possono essere assegnati con effetto giuridico 2018, ma non economico, ai docenti GaE mediante scorrimento della graduatoria. Questo potrebbe essere un giusto compromesso.

Dal punto di vista contabile non ci sono limiti, in quanto si andrebbero a stipulare nuove nomine in ruolo in luogo di quelle già disposte e ora revocate. Non vi è aggravio di spesa in quanto le immesse in ruolo prenderebbero servizio il 01/09/2019 su sede di incarico triennale assegnabile prima dei trasferimenti o eventualmente nell’ambito dei trasferimenti come nominate in ruolo su ambito territoriale.

I docenti delle GaE chiedono a gran voce che la politica, che ha aiutato le diplomate preparando un Concorso Riservato per salvaguardarle, deliberi un’Ordinanza Misteriale, affinché i posti che ritornano liberi siano ridati immediatamente con nomina giuridica alle GaE, altrimenti saranno nuovamente lesi i diritti di tutti gli insegnanti a cui quei posti spettavano.

Infatti se la politica non interviene, a normativa vigente, i nominati in ruolo e poi depennati, i cui contratti da TI saranno tramutati a TD, andrebbero nel budget dei posti disponibili e vacanti prima per trasferimenti e poi per immissioni in ruolo A.S. 2019/20 da dividere tra vincitori di concorso 2016 e GaE.

I docenti delle GaE non vogliono più subire ingiustizie e sono pronti ad avviare altri ricorsi chiedendo allo Stato i danni subiti nel corso degli ultimi anni.

La politica non può salvaguardare solo una parte di docenti, altrimenti commetterebbe lo stesso errore del governo precedente.

Francesco Chiarini

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