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Immissioni in ruolo: ce ne saranno 45mila a settembre, ma il rischio è che i precari non diminuiscano

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Sulla questione delle assunzioni in ruolo il ministro Valditara non riesce a convincere i sindacati che sono rimasti piuttosto insoddisfatti dopo l’incontro svoltosi nel pomeriggio del 31 luglio.

In sostanza il Ministro ha riproposto i numeri che già si conoscevano: 45mila assunzioni e 18mila accantonamenti per i concorsi PNRR in arrivo, numeri che non basteranno certamente a contrastare gli elevati livelli di precarietà che si sono ormai raggiunti nel sistema scolastico, con poco meno di 250mila contratti a tempo determinato.

“L’incontro – sottolinea Uil Scuola – è stata l’occasione per ribadire al ministro la nostra proposta: utilizzare tutte le graduatorie al momento vigenti, rendendo quella del concorso attuale a esaurimento, comprensive degli idonei. Questa impostazione consentirebbe l’utilizzazione delle stesse graduatorie anche per gli anni scolastici successivi. Non si possono accantonare posti per una procedura concorsuale non ancora avviata”.

Il sindacato di Giuseppe D’Aprile aggiunge anche che “il non voler autorizzare tutti i posti disponibili, in attesa di una futura procedura concorsuale, in ragione del PNRR, determinerà, in molte regioni, la mancata assunzione in ruolo dei docenti inseriti nelle graduatorie dei concorsi ordinari”.

Anche Flc-Cgil sostiene che “la previsione di bandire un ennesimo concorso in autunno, utilizzando posti già disponibili quest’anno, produrrà risultati deleteri, impedendo di coprire con docenti a tempo indeterminato quasi ventimila cattedre in organico di diritto”. 

Per affrontare la situazione Flc-Cgil propone un piano che preveda innanzitutto la rettifica del contingente autorizzato per le immissioni in ruolo 2024/2025, comprendendo tutti i posti vacanti e disponibili che sono quasi 65 mila, ma anche lo scorrimento delle graduatorie degli idonei delle precedenti procedure concorsuali e la costituzione di graduatorie permanenti per coloro che hanno partecipato al concorso 2023 superando tutte le prove.
A questo punto sarebbe anche necessario procedere al blocco dei prossimi concorsi fino all’ esaurimento delle graduatorie concorsuali precedenti, compresa quella costituenda del 2023.

Una modesta apertura rispetto alle richieste sindacali è arrivata dal Ministro che ha detto che si sta pensando allo scorrimento delle graduatorie in modo da assumere 5.000 docenti idonei del concorso 2020.

Resta il fatto che il sistema di reclutamento dei docenti appare ormai fuori controllo anche perché, paradossalmente, da molti anni accade che, nelle regioni del nord, non si riesce neppure a coprire tutte le cattedre messe a disposizione per le assunzioni.
Per diverse classi di concorso accade infatti che molti aspiranti al ruolo provenienti dal sud preferiscano optare per un contratto a tempo determinato nella propria regione d’origine: di questo fenomeno non si conoscono i numeri precisi ma quasi certamente si tratta di migliaia di docenti e non di casi sporadici.