Categorie: Politica scolastica

Immissioni in ruolo: dove sono finiti i docenti della scuola dell’Infanzia?

I docenti dell’infanzia sono rimasti fuori dalle fasi Be C del piano straordinario di assunzioni e recriminano per tale esclusione, proponendo delle soluzioni per risolvere la situazione.

Il Movimento Nazionale Docenti scuola dell’Infanzia ha prodotto un documento, in cui gli insegnanti espongono il loro disappunto verso le immissioni in ruolo e propongono delle strade per permettere l’inclusione di questa categoria al nuovo ordinamento scolastico.

Gli insegnanti della scuola dell’infanzia, alla luce di quanto riportato dalla Legge 107/2015 cosiddetta “Buona Scuola”, all’art. 1 comma 96 che recita: “sono destinatari del piano straordinario di assunzione i soggetti iscritti a pieno titolo, alla data in vigore della presente legge, nelle graduatorie del concorso pubblico per titoli ed esami a posti e cattedre bandito con Decreto Direttoriale del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca n. 82 del 24 settembre 2012, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, IV serie speciale, concorsi ed esami, n. 75 del 25 settembre 2012, per il reclutamento di personale docente per le scuole statali di ogni ordine e grado; i soggetti iscritti a pieno titolo, alla data di entrata in vigore della presente legge, nelle graduatorie ad esaurimento del personale docente[…]”

CHIEDONO: perché 27.000 docenti di scuola dell’infanzia sono stati deliberatamente ed illegittimamente esclusi dal suddetto piano straordinario di assunzione (fasi B e C)?

CHIEDONO: perché il Miur e i sindacati hanno esortato gli insegnanti a produrre domanda di assunzione per la fase B, pur avendo la consapevolezza che per tale fase i posti per la scuola dell’infanzia erano pari a zero?

È risultato che i docenti hanno prodotto 15.000 domande. Chi, al contrario, non l’ha inviata è stato scoraggiato dal fatto che non avrebbero partecipato alla fase C del potenziamento. A quest’ultima fase parteciperanno tutte le classi di concorso ad esclusione dei docenti dell’infanzia. Ciò non è assolutamente tollerabile, non si può congelare per 18 mesi un diritto precedentemente acquisito.

I docenti della scuola dell’infanzia,

  • PROPONGONOdi potenziare il loro ordine di istruzione attraverso un prolungamento dell’orario quotidiano;

  • PROPONGONO una più ampia progettazione o un’attenzione particolare a quelle scuole che sono ubicate su territori considerati a maggior rischio e/o disagiati;

  • PROPONGONO, poiché è evidente che dopo il piano straordinario di assunzione molte cattedre di insegnamento sul sostegno resteranno libere e disponibili e che è consuetudine da parte degli USR di utilizzare, per le supplenze lunghe, docenti di posto comune su posti di sostegno senza specializzazione, né competenza acquisita precedentemente, di procedere all’assunzione dei docenti della scuola dell’infanzia sul sostegno, istituendo contestualmente all’assunzione, corsi ad hoc per favorire una proficua specializzazione.

Il Governo, attraverso una delega in bianco, si è impegnato in 18 mesi a varare un “Sistema integrato di educazione e di Istruzione dalla nascita fino a 6 anni”. Questo è un progetto fantasma, perché non si sa ancora in cosa consiste, quali saranno i docenti che verranno reclutati e con quali metodologie didattiche.

Inoltre, gli insegnanti dell’infanzia

CHIEDONO di non indire un nuovo concorso in una CDC, come quella dell’infanzia, ancora satura di aspiranti docenti, ma di attingere dalle GAE e GM 2012 ancora vigenti, per quanto concerne successive assunzioni, in special modo per il progetto del “Sistema integrato di educazione e di Istruzione dalla nascita fino a 6 anni”;

VOGLIONOchiarimenti riguardanti la loro condizione lavorativa futura prima della chiusura delle operazioni della Fase B e dell’inizio della Fase C

CHIEDONO l’assunzione giuridica, come più volte promesso, a partire dall’anno scolastico 2015/16 in attesa di essere impiegati in un futuro potenziamento oppure reclutati per il progetto integrato da 0 a 6 anni.

La voce di 27.000 docenti con relative famiglie non può restare inascoltata. Il Governo, alla luce del principio cardine della Costituzione che sancisce il diritto al lavoro, non può e non deve lasciare in sospeso una così ampia categoria di insegnanti con esperienza, laurea, competenza, titoli di specializzazione e quant’altro, lasciandoli nel limbo per 18 mesi, ma deve fornire risposte esaustive e velocemente fattibili.

Gli insegnanti della scuola dell’infanzia, con questa lettera, pongono all’attenzione di tutti gli organi di Stampa e di Governo una illecita disparità di trattamento e

CHIEDONO di essere ascoltati per far emergere dal silenzio assordante delle istituzioni la difficile condizione in cui versano.

Redazione

Articoli recenti

Ma (a che) serve l’IA nella scuola?

Ascolta subito la nuova puntata della rubrica “Educazione in Evoluzione” tenuta da Matteo Borri dal titolo: “Ma (a che) serve…

20/11/2024

Studenti-teppisti fotografano la terga dell’auto dei loro prof: l’obiettivo è accanirsi sulla carrozzeria? Parla la preside del liceo Salvemini di Bari

Vendicarsi con i docenti, considerati troppo severi, fotografando la targa della loro auto per poi…

20/11/2024

Da manager docente precario, immesso in ruolo a 63 anni dopo un decennio di supplenze: un caso non raro

Da qualche anno, soprattutto dopo la pandemia da Covid, assistiamo ad una crescita di casi…

20/11/2024

Autonomia differenziata: la bocciatura della Corte costituzionale

La Corte Costituzionale ha bocciato ben sette punti nevralgici della legge sull’autonomia differenziata tra cui…

19/11/2024

Bravate e reati: c’è una bella differenza

Frequentemente si confondono due termini: bravata e reato. In realtà si tratta di due situazioni ben…

19/11/2024

Violenza sulle donne, Valditara: è legata al narcisismo dei maschi ma è anche una conseguenza dell’immigrazione illegale

Continuano le prese di posizione sulle parole pronunciate dal ministro Valditara in occasione della inaugurazione…

19/11/2024