La FLC CGIL ha inviato ai parlamentari di tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione, una lettera-appello per chiedere interventi urgenti finalizzati a dare risposte concrete al bisogno di stabilità della scuola italiana, alle legittime aspettative di docenti, già formati e selezionati, e del personale ATA che da anni lavora con contratti a tempo determinato su posti liberi tutto l’anno. Per la FLC CGIL occorrono modalità di reclutamento efficaci, stabilizzazione e copertura di tutti i posti necessari al funzionamento delle scuole, rafforzamento degli organici.
La FLC CGIL esprime forte preoccupazione rispetto alle disposizioni ministeriali in tema di reclutamento e, in particolare, per quanto sta avvenendo nelle procedure di immissioni in ruolo del personale docente per l’anno scolastico 2024/2025 e per la limitazione al solo turn over del contingente relativo alle immissioni in ruolo del personale Ata.
Le criticità più evidenti, già rilevate nei mesi scorsi dalla FLC CGIL, e ribadite in occasione dell’incontro del 31 luglio con il Ministro Valditara, sono confermate dalle proteste di decine di migliaia di docenti precari che individualmente o organizzati in comitati spontanei stanno segnalando la loro contrarietà a scelte ingiuste e dannose dal punto di vista occupazionale e per il buon funzionamento del sistema scolastico statale.
Il contingente per le immissioni in ruolo autorizzato è complessivamente di 45.124 posti, comprensivi anche delle assunzioni da GPS 1 fascia sostegno, a fronte di 64.156 posti vacanti e disponibili certificati dallo stesso ministero.
È di tutta evidenza che la forbice tra assunzioni autorizzate e posti effettivamente vacanti avrà come immediata conseguenza una quantità di contratti a tempo determinato sempre maggiore e sempre meno sostenibile.
La scelta di limitare le assunzioni rispetto alle reali disponibilità, pur in presenza di aspiranti in graduatorie vigenti e definite per legge “ad esaurimento” per accantonare i posti per un concorso ancora da bandire, avrà effetti deleteri, impedendo di coprire con docenti a tempo indeterminato quasi ventimila cattedre in organico di diritto.
L’obiettivo previsto dal PNRR di 70 mila docenti assunti entro il 2026 secondo il nuovo sistema di reclutamento non può e non deve essere un alibi per insistere con procedure che costituiscono un aggravio di spesa per lo Stato con l’unico risultato di alimentare le già troppo gonfie sacche di precarietà, producendo un prevedibile effetto escludente di chi ha superato le prove di precedenti concorsi, in particolare del 2020 e del 2023, e di esasperare la conflittualità tra docenti presenti nelle diverse graduatorie, tutti legittimamente e meritatamente in attesa di una prospettiva di lavoro certa e continuativa.
Tale decisione risulta tanto più paradossale, alla luce del fatto che sono tuttora in corso le procedure concorsuali 2023, risultate di difficile gestione da parte degli uffici scolastici regionali a causa delle difficoltà e dei ritardi nella costituzione delle commissioni/sottocommissioni e delle continue sostituzioni di componenti, dovuti all’onerosità del compito richiesto senza alcun esonero dal servizio, e all’umiliazione di compensi in qualche caso quantificati in 80 centesimi per candidato.
La FLC CGIL ritiene pertanto necessario e urgente ridefinire il contingente delle immissioni in ruolo per l’anno scolastico 2024/2025, in coerenza con l’attuale quadro normativo (art. 1comma 202 legge 107/2015) che finanzia le assunzioni dei docenti su tutti i posti liberi in organico di diritto, e sospendere l’indizione di nuovi concorsi o, perlomeno, limitarla alle regioni e alle classi di concorso/tipologie di posto dove tutte le graduatorie vigenti risultano esaurite o incapienti.
Si coglie inoltre l’occasione per segnalare la situazione inaccettabile dei posti in deroga sul sostegno, autorizzati ad anno scolastico avanzato e spesso in esecuzione di provvedimenti giudiziari, che hanno superato ormai da qualche anno i posti in organico di diritto, attestandosi oltre le 100 mila unità. Tali posti, ormai strutturali, che non vengono trasformati in organico di diritto, determinano una gravissima precarizzazione dell’insegnamento e della relazione didattica e l’impossibilità di garantire continuità alle alunne e agli alunni con disabilità. Una condizione sanabile esclusivamente con incremento dell’organico di diritto insieme ad un piano pluriennale di stabilizzazione.
Non meno trascurabile è lo stato in cui versano i servizi Ata. Il MIM ha stabilito 10.336 nuove assunzioni a fronte di ben 30.579 posti liberi. E cioè solo il 30% dei posti liberi e vacanti sarà coperto con personale stabile. Dunque, oltre 20 mila posti saranno dati a supplenza, un dato in continuo aumento almeno fino quando non sarà finanziato, in analogia con quanto previsto dalla legge 107/2015 per i docenti, un piano di assunzioni su tutti i posti liberi. Anche in questo settore vi è una questione di organico Ata che strutturalmente deve essere incrementato ma anche stabilizzato: la copertura della stragrande maggioranza dei posti liberi con supplenti abbatte l’efficacia e l’efficienza per la mancanza di continuità e di incremento di professionalità che con la continuità si consegue.
In considerazione di quanto sopra, si chiede un intervento urgente su tali misure, necessario per garantire un sistema di reclutamento e di rafforzamento dell’organico che risponda al bisogno di stabilità della scuola italiana e alle legittime aspettative di docenti già formati e selezionati e a quelle del personale Ata che da anni lavora con contratti a tempo determinato su posti liberi tutto l’anno.
Certi di trovare sensibilità sui temi proposti, rimaniamo in attesa di riscontro attraverso opportuni interventi in sede parlamentare.
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