Sulla questione delle assunzioni in ruolo il ministro Valditara non riesce a convincere i sindacati che sono rimasti piuttosto insoddisfatti dopo l’incontro svoltosi nel pomeriggio del 31 luglio.
In sostanza il Ministro ha riproposto i numeri che già si conoscevano: 45mila assunzioni e 18mila accantonamenti per i concorsi PNRR in arrivo, numeri che non basteranno certamente a contrastare gli elevati livelli di precarietà che si sono ormai raggiunti nel sistema scolastico, con poco meno di 250mila contratti a tempo determinato.
Delle immissioni in ruolo abbiamo parlato nel corso della diretta della Tecnica risponde live di giovedì 1 agosto con Manuela Pascarella del Centro Nazionale Flc Cgil.
Ecco cosa ha affermato la nostra ospite, Manuela Pascarella, sulle immissioni in ruolo, sul contingente e sull’incontro avuto col ministro Valditara:
“L’incontro del ministro Valditara è stato abbastanza tempestivo rispetto alla richiesta che abbiamo fatto insieme a CISL, SNALS e Gilda di essere ricevuti perché a seguito dell’informativa sul contingente delle immissioni ruolo e sulle istruzioni operative, il cosiddetto allegato A, la nostra posizione è stata fortemente critica perché abbiamo appreso che per il secondo anno consecutivo Valditara ha deciso di non chiedere l’intero contingente di posti vacanti che sono più di 62.000 per le immissioni in ruolo, ma di chiederne solo una parte, circa 45.000.
“Quindi la differenza di quasi 20.000 posti dovrebbe essere destinata all’indizione dei nuovi concorsi che si svolgeranno nel prossimo autunno e in presenza ovviamente di tanti insegnanti precari idonei che hanno superato le procedure sia dei concorsi ordinari 2020 che degli attuali concorsi che sono in corso di svolgimento, questa scelta per noi appare veramente un modo di agire insensato e scellerato, perché le persone che hanno superato dei concorsi selettivi vengono lasciate a casa, tantissime cattedre di fatto rimangono non assegnate nelle immissioni in ruolo di quest’anno e quindi ancora nuovamente un inizio di anno che parte all’insegna delle supplenze e poi coloro che appunto sono idonei, in particolare gli idonei dei concorsi ordinari 2020, prenderanno pochissime cattedre perché lo scorrimento di quelle graduatorie viene fatto solo in via estremamente residuale su pochissimi posti a fronte invece del grosso dei posti che vengono accantonati per il concorso Pnrr 2023 e di fatto quindi questa situazione danneggia il sistema a scuola e danneggia i lavoratori precari”.
“Non siamo d’accordo con queste scelte, noi ci siamo battuti in questi anni per difendere gli idonei dei concorsi ordinari 2020 e ottenere lo scorrimento delle loro graduatorie, lo abbiamo anche questo chiesto espressamente a Valditara perché anche le graduatorie del concorso 2023 vengano anch’esse ampliate con inserimento degli idonei che evidentemente non devono andare a scavalcare quelli del concorso 2020 ma si possono accodare rispetto agli idonei del concorso 2020, perché il principio deve essere coerente, cioè chi ha superato un concorso ordinario deve avere una chance di poter ottenere nel tempo un’immissione in ruolo ma questa chance non può arrivare dopo il 2026, deve essere qualcosa che si realizza in un tempo molto più breve. Valditara di fatto ha alzato le braccia, gli accordi definiti con la Commissione Europea non vengono messi in discussione, non c’è anche una capacità politica di provare a modificare questa cornice normativa che genera queste storture e che noi evidentemente comprendiamo perché risponde agli accordi fatti con la Commissione Europea, ma non possiamo assolutamente condividere”.
“L’altro aspetto grave secondo noi è il fatto che per due anni Valditara, l’anno scorso e quest’anno, ha ridotto il contingente delle immissioni in ruolo lasciando scoperte molte cattedre, ma non ha fatto nulla sul tema degli organici della scuola in particolare sull’ampliamento dell’organico di sostegno che vede più di 100.000 cattedre in deroga attivate con contratti al 30 giugno con una realtà di abuso del precariato che grida vendetta e lui propone la conferma del supplente a cura delle famiglie e del dirigente scolastico, una cosa che ha richiama molto quella famosa chiamata diretta di renziana memoria che risale alla Buona Scuola che noi abbiamo sempre combattuto come Cgil perché ovviamente pensiamo che la stabilità, la continuità didattica, la qualità dell’inclusione si debba garantire con l’assunzione a tempo indeterminato, non con la reiterazione a delibitum del termine, non con la razione dello stato di precarietà, le persone vanno assunte a tempo indeterminato e una scuola di qualità deve avere questa caratteristica come elemento portante, non vedere ogni anno più di 200mila supplenti. È un sistema che non regge così e di cui questo governo ha una grande responsabilità perché non fa investimenti esattamente dove servono cioè nell’ampliare le assunzioni a tempo indeterminato e sulla stabilizzazione dell’organico di sostegno che va anche esteso”.
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