Personale

Immissioni in ruolo, il ministro Gualtieri firma il decreto per 85 mila docenti: se ne faranno molte meno

Sulle circa 85 mila assunzioni di docenti a tempo indeterminato, dopo il via libera del ministero dell’Economia ora arriva l’autorizzazione scritta. L’ufficialità è arrivata venerdì 28 agosto direttamente dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, con la procedura – affidata agli Uffici scolastici – tra l’altro in buona parte già espletata.

“Firmato il decreto finalizzato all’assunzione a tempo indeterminato di 80mila docenti. Una buona notizia per gli insegnanti precari e per gli studenti che avranno così garantita la continuità didattica. L’istruzione e la ripartenza della scuola sono priorità per questo Governo”, ha scritto il titolare del Mef.

50% da Gae e 50% da Graduatorie di merito

Ricordiamo che le immissioni in ruolo saranno così suddivise:

  • 50% di immissioni in ruolo da Gae
  • 50% di immissioni in ruolo da Graduatorie concorsi

I docenti immessi in ruolo da concorso ordinario 2016 o da concorsi  straordinari 2018 che sono inseriti in graduatorie ad esaurimento regionali o sono accordati a tali graduatorie (per quanto riguarda gli idonei del concorso 2016) devono preventivamente scegliere la provincia per l’immissione in ruolo.

I vincitori del concorso straordinario scuola secondaria avranno retrodatazione giuridica del contratto, pur prendendo servizio effettivamente diverse settimane dopo, forse anche fine anno.

La scelta delle sedi sarà effettuata prima da concorso e poi dalle Gae sempre nella misura del 50% per ciascuna graduatoria. I docenti neoimmessi in ruolo resteranno bloccati per 5 anni nella stessa sede e quindi non potranno chiedere domanda di trasferimento.

Notizia buona, ma non troppo

Ma quella delle 80-85 mila immissioni in ruolo è davvero una buona notizia per la scuola? Di base sì, per un comparto che mai come quest’anno, forse, si ritrova a dover coprire una miriade di posti vacanti.

Il problema è che, come scritto in precedenza, alla fine le assunzioni dei docenti per l’a.s. 2020/2021 saranno molte ma molte di meno.

Nelle GaE di diverse province (in prevalenza al Centro-Nord) della scuola secondaria, infatti, molte classi di concorso (matematica alle medie, lingue straniere, discipline tecniche alle superiori, sostegno, tanto per fare qualche esempio), sono esaurite da tempo o in via di esaurimento.

E pure quelle di merito, da dove si estrapolano l’altra metà dei candidati per assegnare le assunzioni a tempo indeterminato, cominciano ad essere “a secco” di nominativi.

Il Governo e la ministra dell’istruzione sperano che qualche migliaio di posti vengano assegnato tramite “Call veloce”, ma obiettivamente è meglio non farsi troppe illusioni perché il vincolo di permanenza su sede dei cinque anni pesa non poco.

Le stime al ribasso

Addirittura, secondo l’ex ministro Fioramonti, quest’anno si riuscirà a coprire solo il numero di pensionamenti, quindi solo 30 mila.

Anche per il responsabile scuola della Lega, il senatore Mario Pittoni, l’annuncio degli 85 mila docenti che dovrebbero essere immessi in ruolo a partire dal prossimo 1 settembre 2020 è un bluff. Per il Senatore leghista, visti i numeri che arrivano da diversi Uffici scolastici regionali di Italia, soltanto il 25% dei posti saranno realmente coperti con le prossime immissioni in ruolo.

E pure i sindacati sono pessimisti: la Uil Scuola ha stimato che saranno non molte più di 15 mila le assunzioni in ruolo possibili; l’Anief ha calcolato che se ne realizzeranno la metà della metà, quindi tra le 20 mila e le 25 mila.

In questo caso si farebbe il bis dello scorso anno, quando su un contingente nazionale di 53.627 posti, alla fine ne furono assegnati meno di 25 mila.

Alessandro Giuliani

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