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Immissioni in ruolo: ma come è possibile che giovani senza servizio riescano a superare i precari storici?

Sono un docente precario specializzato (in Italia) sul sostegno per la scuola secondaria di secondo grado. Desidero segnalare ciò che sta accadendo sulle immissioni in ruolo ai sensi dell’articolo 14, comma 1, lettera c) bis, del D.L. 2 marzo 2024, n.19 (convertito con modificazioni dalla legge 29 aprile 2024, n. 56), che è, semplicemente, scandaloso.
Oltre a disponibilità di posti per le scuole superiori (ai fini del ruolo) molto ridotti rispetto agli scorsi anni, anche in tante province del nord, la situazione si è aggravata con la riserva di legge prevista per coloro i quali hanno fatto il Servizio Civile Universale (riserva del 15%). Nelle graduatorie è possibile osservare in maniera plastica come i cosiddetti “precari storici” non riescono a “prendere il ruolo” invece, giovani appena formati senza servizio alcuno, accedono allo stesso con punteggi bassi se non addirittura risibili, grazie alla riserva di legge contenuta nell’O.M. di indizione delle GPS.
Orbene, la riserva era sì prevista dall’O.M. ed era dettagliata chiaramente, tuttavia nessuno poteva immaginare a maggio ciò che sta accadendo all’attualità. Difatti, docenti con diversi anni di servizio sono stati scavalcati e rimarranno in attesa che parta l’algoritmo per andare a recuperare dei contratti precari al 31/8 o al 30/6. Per carità, è giusto salvaguardare i giovani e l’opportunità avuta con il SCU (solo per coloro che hanno potuto farlo a partire dal 2017), tuttavia ciò sta creando un conflitto generazionale fortissimo.
Un conflitto inaspettato e, soprattutto, evitabile.
Nel frattempo, su questa vicenda c’è un silenzio assordante. Come c’è silenzio sul fatto che, quest’anno il contingente ai fini del ruolo sia dei docenti che per il personale ATA è diminuito sensibilmente rispetto al 2023.
Mi chiedo: dov’è questo MERITO che si vuole premiare?
Tutto ciò è davvero possibile?
Quanta precarietà su altra precarietà questo Stato vuole ancora creare? Semmai mettendo in contrasto “vecchie” e giovani generazioni?

Vincenzo Di Lauro

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