Dai boatos, dalle conferme sui giornali a quelle sugli atti del governo (cfr. legge di stabilità) è difficile credere che il piano straordinario delle immissioni in ruolo non ci sarà. Così ai docenti iscritti nelle graduatorie ad esaurimento verrà proposto una sistemazione a tempo indeterminato nei prossimi mesi. Ovviamente, sarebbe giusto tenere conto, di un aspetto che per quanto dibattuto (la mobilità) potrebbe essere affrontato riflettendo su una questione non trascurabile che interessa migliaia di coloro che hanno presentato domanda per il triennio 2014/17 per essere stabilizzati.
Vero è che molti precari, al momendo di fare domanda nella primavera scorsa, non prevedendo l’apprezzabile iniziativa del premier Matteo Renzi di garantire loro un posto sicuro si sono affannati a trovare la “provincia migliore”, ovvero la provincia dove in base al punteggio avrebbero avuto maggiore chances di essere immessi in ruolo.
Una scelta in alcuni casi disperata che ha generato emigrazione (dal sud al nord soprattutto) mettendo a rischio al tempo stesso, anche le chances di essere immessi in ruolo di coloro che rimasti nella propria provincia si sono visti superare da altri colleghi disposti a spostarsi.
Del resto la possibilità di cambiare provincia, coerentemente con i principi del nostro ordinamento, non è stata impedita come in passato era avvenuto e così adesso coloro che si sono spostati da una graduatoria ad esaurimento di una provincia ad un’altra stanno pensando che se fossero rimasti dov’erano probabilmente avrebbero avuto un posto più vicino alla propria abitazione e alla famiglia.
A fronte di tutto sarebbe opportuno che nei criteri di stabilizzazione venisse anche inserita una doppia possibilità per l’iscritto in graduatoria che sarebbe quella di essere stabilizzato nella provincia dove nel precedente triennio risultava iscritto per l’immissione in ruolo.
Almeno questa possibilità dovrebbe essere presentata come una precedenza rispetto ad altri. Per coloro che invece cambiando provincia sono entrati di ruolo quest’anno, potrebbe essere invece creata una precedenza nelle operazioni di mobilità (utilizzazioni, assegnazioni provvisorie) per rientrare dove prima avevano fatto domanda e dovrebbe essere consentita la possibilità di trasferimento già dopo un anno di servizio. Una proposta “quasi shock” dunque per accontentare tutti, sindacati compresi (si spera)!
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