Home I lettori ci scrivono Immissioni in ruolo: una triste vicenda di esclusione

Immissioni in ruolo: una triste vicenda di esclusione

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Ancora distinzioni tra Nord e Sud, ancora una volta il Sud triste protagonista di discriminazioni e a compierle, questa volta, sono proprio le Amministrazioni che si celano dietro ad una rigida osservanza di norme che si prestano ad interpretazione libera e che vedono aumentare sempre più il divario tra Nord e Sud.

Questa è la storia, dal funesto epilogo, di tre docenti precari della classe di concorso B006 (laboratorio di odontotecnica), tre persone provenienti da tre città italiane distinte, con età diverse e accomunate dalla stessa passione per l’insegnamento e dalla scelta di partecipare nel 2022 al concorso straordinario bis per la Scuola Secondaria di Secondo grado nella Regione Puglia (12 posti per la loro classe di concorso). Requisito per la partecipazione è il possesso di tre anni di servizio negli ultimi cinque presso scuole statali e a testimonianza di ciò i tre corredano la domanda di partecipazione con i relativi contratti.

I docenti in questione superano brillantemente la prova concorsuale e, a settembre 2022, salgono in cattedra da docenti neoimmessi in ruolo in tre scuole differenti della regione Puglia, ma accomunati dallo stesso triste destino che da lì a pochi mesi li avrebbe travolti. L’ufficio scolastico regionale, dopo un paio di mesi, li licenzia perché hanno svolto alcuni anni di servizio con riserva in virtù di sentenze cautelari che li avevano collocati in prima fascia delle Gps o, negli anni precedenti all’istituzione di codeste graduatorie, nella seconda fascia delle graduatorie di istituto. Si rammenta che in una circolare del 2017, proprio il Miur chiedeva alle Istituzioni scolastiche di collocare in seconda fascia i docenti che avevano un ricorso pendente e li metteva nella condizione di stipulare un contratto a tempo determinato.

Se tutto ciò fosse accaduto in tutte le regioni d’Italia, sicuramente non saremmo qui a scrivere di questa ingiustizia che si è consumata soltanto in pochissime regioni del Sud. Se i docenti in questione, in quell’anno, avessero partecipato al concorso straordinario bis in una regione settentrionale adesso sarebbero in ruolo e non in cerca di stabilizzazione. Come si può restare ciechi di fronte a tale disparità di trattamento? Come si può consentire che ci siano due Italie? Come si può svolgere il delicato mestiere di docente in balia di libere interpretazioni dell’Amministrazione?

La scuola della meritocrazia, questa volta, ha fatto salire in cattedra i meno meritevoli perché licenziando i tre docenti che avevano superato brillantemente il concorso, ha fatto sì che la graduatoria scorresse fino ad arrivare a quei docenti che hanno superato la prova con scarsi risultati, perché, ricordiamolo, quel concorso non prevedeva neppure un punteggio minimo.

Beffa delle beffe, i tre docenti non hanno potuto neppure stipulare contratti di supplenza per via della decurtazione di punteggio che è avvenuta soltanto nei loro confronti e di pochi altri (e non di tutti i docenti che erano nella loro stessa situazione).

I tre insegnanti hanno subito una grande ingiustizia e, purtroppo, a dimostrazione di ciò è arrivata puntuale l’ordinanza ministeriale di aggiornamento delle Gps 2024 che, al punto 7 dell’articolo 15, riporta che “al fine di garantire omogeneità di trattamento a livello territoriale, il servizio prestato a seguito di provvedimenti adottati in sede giurisdizionale civile o amministrativa – che abbiano comportato il conferimento di nomine a tempo indeterminato o a tempo determinato sulla base dell’inserimento in graduatorie concorsuali a esaurimento o di istituto – successivamente caduti dalle relative decisioni giurisdizionali costituisce servizio valutabile ai soli fini del riconoscimento del punteggio nelle graduatorie provinciali e di istituto”.

A questi docenti l’omogeneità di trattamento non è stata e, ormai, non sarà garantita, a voi lettori, invece, le tristi conclusioni!

Vincenzo Strazzullo, Giuseppe Romano, Ivana Rossini

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