C’è un passaggio del testo del Recovery Plan che colpisce molto ed è quello (l’unico forse) in cui si parla esplicitamente di metodi di insegnamento.
Vediamo: “Appare particolarmente carente la preparazione degli studenti del ciclo secondario nelle abilità di comunicare e dibattere, di comprensione della logica che sottostà alle tecnologie informatiche, nella capacità di risolvere i problemi – carenze cui si può far fronte recuperando ad esempio i metodi di Emma Castelnuovo per l’insegnamento della matematica nelle scuole”.
Ma chi era Emma Castelnuovo?
E’ presto detto: lei è stata una delle più importanti matematiche del Novecento, era nata nel 1913 a Roma ed è morta sempre a Roma all’età di 100 anni.
La sua importanza è legata soprattutto al suo straordinario interesse per i problemi pedagogici e didattici, tanto da poter essere a buon diritto considerata la “caposcuola” di un vero e proprio metodo di insegnamento basato sulla costruzione e sulla manipolazione di “oggetti matematici”.
Attualmente i suoi libri e i suoi materiali didattici fanno parte della Biblioteca lei intitolata che è ospitata presso la sede nazionale del Movimento di Cooperazione Educativa.
La responsabile del Centro è la professoressa Nicoletta Lanciano che abbiamo intervistato in questi giorni.
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