Categorie: Didattica

Imparare videogiocando. Una nuova frontiera della didattica

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Sono i cosiddetti “giochi con scopo serio” che utilizzano le tecnologie dei videogiochi con l’obiettivo della formazione, sfruttando però il piacere che hanno i giovani per il divertimento. Un modo, spiegano gli esperti, riporta il Corriere della Sera, per implementare le tecnologie dei videogiochi al fine di simulare, ad esempio, situazioni storiche o geografiche dentro le quali “vivere” e così ricordare meglio l’avvenimento, il luogo, le condizioni e pure le date.
E per “meraviglia” si può essere un abitante dell’antica Roma, un cavaliere alle Crociate, si può fare un viaggio intorno al mondo, o eseguire i calcoli fingendo di essere un matematico.
Il tema è stato affrontato, spiega Il Corriere, a Roma, alla facoltà di Architettura a Valle Giulia, nel convegno “SeriGamex 2014”, organizzato dall’Università La Sapienza e da Mimos, l’associazione che in Italia si occupa di diffondere la cultura della simulazione e della realtà virtuale in tutti i suoi aspetti.
Imparare giocando dunque e utilizzando il videogioco a livello didattico sotto ogni forma “per l’insegnamento delle materie nelle scuole di ogni ordine e grado, superando il concetto del tradizionale libro di testo, offrendo uno strumento didattico coinvolgente, modulabile in funzione delle conoscenze di ciascun allievo. I primi “giochi” sono stati proprio sulla matematica con “Super Mario”

Ma poi c’è anche quello per imparare la Costituzione italiana con un Serious Game collaborativo, oppure conoscere l’antico Egitto di Tutankhamon in 3D, oppure vi è l’E-learning per la storia dell’arte arrivando a “uno studio delle preferenze morali dei videogiocatori”, ovvero alla capacità anche nei videogiochi di riconoscere i buoni dai cattivi, affrontando il tema etico della questione. Videogames insomma originali, realistici e con perfette e minuziose ricostruzioni di realtà storiche del passato.
E oltre a vedere come erano città e monumenti si possono far immergere i visitatori nel passato.
Singolari sarebbero due giochi: «Rome total war», che riprende tutto l’impero romano con le vere armate e la parte manageriale e politica, e «Assassin creed» con templari e crociate.
Per realizzare questi giochi, tengono a specificare gli esperti ideatori, c’è una importante ricerca archivistica e poi si usa di tutto dalle fotografie ai disegni a un buon rilievo.

Pasquale Almirante

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