Una volta in Parlamento si facevano discorsi di altro livello, si esprimevano pensieri politici che toccavano la sensibilità degli uditori.
Ci piace ricordare ad esempio il discorso di un grande Peppino Di Vittorio bracciante agricolo di Cerignola, che dava voce e visibilità a quegli strati profondi delle masse popolari più umili e più povere che aspiravano alla cultura, che si sforzavano a studiare e che cercavano di raggiungere quel grado del sapere che permetteva loro non solo di assicurare la propria elevazione come persone singole, di sviluppare la propria personalità, ma di conquistarsi quella condizione che conferisce alle masse popolari un senso più elevato della propria funzione sociale, della propria dignità nazionale e umana. Oggi molto più modestamente assistiamo a delle contrapposizioni tristi, cupe, prive di quei valori dell’etica del pensiero culturale. Quindi ecco sentire dagli scranni di Montecitorio deputati di fazioni opposte insultarsi senza che qualcuno capisca o comprenda dove sta la verità. Ma dove sono finiti i Di Vittorio che quando parlavano di scuola, di lavoro e di questione meridionale venivano ascoltati e apprezzati da tutto l’intero Parlamento? Adesso siamo costretti ad ascoltare l’On. Malpezzi che spiega agli oppositori che il PD ha investito fior di miliardi sulla scuola, ironizzando che se qualcuno non lo capisce c’è pronto anche uno “schemino” e per sentire ribattere l’On. Chimenti che pubblica sul suo profilo facebook un articolo del blog di Beppe Grillo in cui si raffigura il Premier come un racconta palle. I tempi sono cambiati e la crisi del Paese si rispecchia nella crisi di idee ottimamente rappresentata nel nostro malmesso Parlamento. Intanto la polemica sulle scuole sicure impazza sul web, tra esponenti del PD e del M5S.
La deputata Silvia Chimienti del Movimento 5 Stelle dal suo profilo facebook ricorda, attraverso l’articolo suddetto, le promesse mancate del Presidente del Consiglio che il 24 Febbraio 2014 in Parlamento dichiarava: “Ogni settimana mi recherò nelle scuole per dare un segnale simbolico, che da lì riparte il Paese, dalla capacità di educare nasce la credibilità di un Paese“. Il Bomba, così l’articolo sul blog di Grillo chiama ironicamente Renzi, dopo avere vistiato due scuole a Treviso e Siracusa, dove venne sonoramente contestato dai precari, nelle scuole non lo si rivide più. Non si sa se, continua l’articolo pubblicato sul profilo facebook dellaChimienti, solo per evitare ulteriori figuracce o per paura che una scuola gli crolli in testa, perché il Bomba sa che la situazione nelle scuole è drammatica. Recarsi in una scuola oggi è come lanciare una moneta: testa crolla, croce regge, scrive la deputata dei 5 stelle nel suo profilo facebook.
Secondo il rapporto “Illuminiamo il futuro 2030” di Save The Children in Italia il 45% delle scuole è priva di un certificato di agibilità e/o abitabilità, il 54% degli edifici non è in regola con la normativa anti-incendio e il 32% non rispetta le norme anti sismiche, configurando una condizione di pericolo dato che il 40% degli edifici si trova in zone a rischio sismico (la metà dei quali al Sud) e il 10% in aree a rischio idrogeologico. Il 60% degli alunni di 15 anni frequenta scuole non adeguate a garantire la qualità dell’apprendimento.
Con il nuovo anno l’andazzo non cambia. La prima proroga per l’adeguamento antincendio negli edifici scolastici scadeva il 31 dicembre 2015, ma il Governo ha pensato bene con il Decreto Milleproroghe 2016 di prorogare di un ulteriore anno fino al 31 dicembre 2016. A forza di proroghe non ci si adegua mai, tanto la pelle la rischiano gli studenti. Bisogna aspettare che una scuola vada a fuoco e poi, forse, si farà qualcosa. Quest’anno oltre alla carta igienica ai vostri figli date anche un piccolo estintore, non si mai.