Ogni volta che ho l’onore di entrare in una classe nuova a inizio anno, ho il piacere di iniziare la lezione con una massima condivisa su Facebook: “Dubitate sempre! Andate sempre a vedere se è vero quello che vi insegnano, soprattutto quello che vi insegno io”. Questo per gettare i semi di ciò che possiamo definire spirito critico, il quale dovrebbe essere la stella polare di ognuno di noi ogni giorno.
In questi giorni è stata resa nota (da chi non si sa) la bozza riguardante la revisione del sistema di reclutamento dei docenti scolastici (modificazioni al decreto legislativo 59/2017). Tale bozza – e in quanto tale modificabile in corso d’opera – sta generando paure, ansie, timori e, soprattutto, disparità tra i docenti inclusi nelle graduatorie d’istituto di III fascia, ossia della Cenerentola del mondo della scuola.
Volente o nolente tale fascia è quella che da sempre – unitamente alle prime due, sia chiaro – ha garantito il buon funzionamento del sistema scolastico italiano, ma, a differenza delle prime due fasce, è sempre stata la più bistrattata e non presa in considerazione. Non ultimo con questa bozza che circola in rete.
Fin quando era il discutibile governo a guida Partito Democratico, la terza fascia ha subodorato un barlume di considerazione: un concorso riservato a chi ha prestato almeno 3 anni di servizio negli ultimi 8 (anche non consecutivi), con una prova scritta su una materia a scelta del candidato, tra quelle afferenti la classe di concorso, e una prova orale con l’ormai nota lezione simulata.
La bozza in oggetto di fatto cancella questa via transitoria e riservata ai docenti con servizio e li pone sullo stesso piano dei colleghi neo laureati, se non in subordine. Mi spiego velocemente.
Il possibile nuovo reclutamento, ormai lo sappiamo tutti, prevede:
Qui troviamo non solo il danno, ma anche la beffa!
Primo fra tutti l’abrogazione dei commi 7-8-9 del d.lg. 59/2017, la cui attuazione di fatto eliminerebbe il concorso transitorio per coloro i quali possiedono un servizio almeno triennale nella scuola e l’esonero dall’acquisizione dei 24 CFU suddetti; anzi, la bozza, riserva questo privilegio dell’esonero a “i soggetti in possesso di abilitazione per altra classe di concorso o per altro grado di istruzione“, i quali – inutile prenderci in giro – hanno già usufruito di un concorso riservato con orale non selettivo.
Come se ciò non fosse sufficiente, il numero dei posti riservati: il 10%! Quello che possiamo definire un contentino, una carità: il 10% dei posti sono riservati per voi!
Tuttavia – e qui si spiega il titolo che ho deciso di dare a questa lettera – la bozza di modifica del decreto legislativo 59/2017 è in contrasto con quanto siglato nell’ormai arcinoto Contratto di governo Lega-5Stelle, in cui il governo parla espressamente di un transitorio per i precari storici – includendo la terza fascia e, nel caso qualcuno lo avesse dimenticato, siamo qui per ricordarlo – il quale recita alle pagine 41-42: “L’eccessiva precarizzazione e la continua frustrazione delle aspettative dei nostri insegnanti rappresentano punti fondamentali da affrontare per un reale rilancio della nostra scuola. Sarà necessario assicurare, pertanto, anche attraverso una fase transitoria, una revisione del sistema di reclutamento dei docenti, per garantire da un lato il superamento delle criticità che in questi anni hanno condotto ad un cronico precariato e dall’altro un efficace sistema di formazione“.
Il sedicente “Governo del cambiamento” prenda atto del suo stesso contratto e la bozza di revisione che circola (non si sa a che titolo e a partire da chi. Abbiamo anche in questo caso fantomatiche “manine”?) tra loro in contrasto, ma soprattutto vessatorio nei confronti della terza fascia che da sempre – checché ne dicano alcuni – garantisce professionalità, competenza e continuità.
La gente non è stupida! Ha letto il contratto, si informa, confronta le fonti e si rende conto dei contrasti e delle bugie che sul lungo periodo – ma anche breve – vengono a galla. La politica dimostri di non essere lontana, come lo è da troppo tempo ormai, dalla realtà quotidiana che intende governare e contemporaneamente dimostri di non essere composta da “ominicchi e quaquaraqua” (L. Sciascia) da promessa elettorale.
Matteo Magnasco
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