Tre aggettivi per definire una bella scuola: impegnativa, collaborativa, piacevole.
Questi tre aggettivi valgono per l’alunno, il docente, il preside, il collaboratore scolastico.
Declinati – ovviamente – sia al maschile che al femminile. Una scuola efficace e piacevole deve prima di tutto essere lontana dal traffico: il Comune provvederà ad istituire un’isola pedonale che distanzi le aule dal traffico.
L’isola pedonale deve essere attrezzata di alberi e possibilmente di spazi per i cartelloni delle classi (qui una precisazione: queste risposte valgono per ogni grado di scuola, differenziando ovviamente le modalità, dalla scuola d’infanzia alla secondaria di secondo grado).
E poi ovviamente i contenuti, ai quali il contenitore si adegua: una scuola inclusiva, aperta alle culture diverse, dove ragazzi e bambini sperimentano, scoprono il piacere della lettura e della scrittura, verificano con l’esperienza le leggi delle materie scientifiche, imparano ad usare le tecnologie informatiche per risolvere le leggi della matematica e delle scienze, conoscono il piacere della lettura e della scrittura, sia con il computer che con carta e penna.
È ancora l’inglese, la storia, la geografia, l’arte ….Chi vuole, da genitore ma anche da insegnante, o semplicemente da persona informata, cerchi sull’web e anche nei libri “Movimento di cooperazione esucativa”, o anche i suoi esponenti più noti, da Mario Lodi ad Alberto Manzi, a Franco Lorenzoni.
Scoprirà un mondo di contenuti della scuola attiva ed inclusiva, con molti e molti esempi concreti. Ed anche esperienze raccontate. Eravamo partiti dalla questione della scuola da riaprire ad ottobre: una proposta che creerebbe un peso forte sulle famiglie, oltre alla complicazione che nella scuola si determinerebbe. Ma se ogni scuola fosse ben raffrescata ed anche accogliente il problema ci sarebbe si, ma molto meno.
Lorenzo Picunio
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