Dovrebbero essere giorni decisivi, i prossimi, per quanto riguarda le linee guida degli impianti di aerazione delle scuole. Lo segnala il responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega e vicepresidente della Commissione Cultura Mario Pittoni, ricordando che sono scaduti i termini che vedevano il Governo elaborare le linee guida su impianti di aerazione e standard minimi di qualità dell’aria a scuola “in relazione al presente quadro epidemiologico e alle conoscenze sulla dinamica dei contagi da virus aerei. Pittoni ricorda che il provvedimento inserisce in modo finalmente esplicito gli impianti di purificazione dell’aria “contenenti sistemi di filtraggio delle particelle e distruzione di microrganismi presenti nell’aria” tra i beni acquistabili con ciò che resta dei 350 milioni di euro stanziati con il decreto Sostegni bis. “Secondo i tecnici – afferma il senatore della Lega – per mettere in sicurezza tutte le 370 mila aule servirebbero quasi 2 miliardi”.
Si tratta di un problema di costi?
Secondo quanto afferma Repubblica, in parte, ad essere responsabile della situazione è l’Oms, che “a dispetto delle evidenze scientifiche disponibili fin dall’estate del 2020, ha prima negato la possibilità della trasmissione aerea (addirittura squalificandola come fake news), poi la ha ammessa come mera eventualità, e solo di recente – quando era troppo tardi – ha cominciato a prenderla sul serio”. Il motivo alla base della non scelta di occuparsi di questa situazione è legato a una questione economica, in quanto il costo va da 0.5 a 2 miliardi, a seconda delle tecnologie.
Altra prospettiva che è stata presa in considerazione è quella legata agli esperti, tutti di estrazione medica e, di conseguenza, con poche conoscenze scientifiche al di fuori del loro ambito.
Tutto questo fa pensare che per il quarto anno scolastico dalla diffusione del virus, ci si trova ancora una volta in ritardo, anche perché occorrono almeno sei mesi per attrezzare le aule per tempo tra procedure burocratiche, scelta dei macchinari ed interventi edilizi.
Giannelli (Anp): 350 milioni erogati alle scuole non hanno niente a che fare con i sistemi di aerazione
In merito al fondo di 350 milioni di euro istituito dal decreto sostegni bis, così aveva parlato qualche settimana fa il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi Antonello Giannelli;
“È ben noto che la legge 23/1996 attribuisce la competenza a installare qualsivoglia impianto nelle scuole esclusivamente agli enti locali, non certo alle istituzioni scolastiche. Inoltre, la disposizione di legge che elenca con precisione le destinazioni di spesa di quei 350 milioni è il comma 4-bis dell’articolo 58 del decreto-legge 73/2021 che non menziona tali impianti, né potrebbe farlo per quanto sopra:
a) acquisto di servizi professionali, di formazione e di assistenza tecnica per la sicurezza nei luoghi di lavoro, per la didattica a distanza e per l’assistenza medico-sanitaria e psicologica nonché di servizi di lavanderia e di rimozione e smaltimento di rifiuti;
b) acquisto di dispositivi di protezione, di materiali per l’igiene individuale e degli ambienti nonché di ogni altro materiale, anche di consumo, utilizzabile in relazione all’emergenza epidemiologica da COVID19;
c) interventi in favore della didattica degli studenti con disabilità, disturbi specifici di apprendimento e altri bisogni educativi speciali;
d) interventi utili a potenziare la didattica, anche a distanza, e a dotare le scuole e gli studenti degli strumenti necessari per la fruizione di modalità didattiche compatibili con la situazione emergenziale nonché a favorire l’inclusione scolastica e ad adottare misure che contrastino la dispersione scolastica;
e) acquisto e utilizzo di strumenti editoriali e didattici innovativi;
f) adattamento degli spazi interni ed esterni e delle loro dotazioni allo svolgimento dell’attività didattica in condizioni di sicurezza, compresi interventi di piccola manutenzione, di pulizia straordinaria e sanificazione, nonché interventi di realizzazione, adeguamento e manutenzione dei laboratori didattici, delle palestre, di ambienti didattici innovativi, di sistemi di sorveglianza e dell’infrastruttura informatica.”
Ancora Giannelli: “Ma c’è di più: ovviamente, nemmeno le indicazioni operative fornite alle scuole dal Ministero dell’istruzione, con la successiva nota n. 907 del 24 agosto 2021, menzionano la possibilità di installare detti impianti ma devono limitarsi a esemplificare quanto previsto dalla citata disposizione di legge. Abbiamo tutti il dovere di essere chiari nei confronti dell’opinione pubblica, delle famiglie e degli studenti. Addossare responsabilità improprie ai dirigenti scolastici che, da due anni, lavorano senza sosta per assicurare alla collettività un servizio fondamentale, supportando tra l’altro il sistema sanitario, non è solo ingeneroso ma è scorretto, al punto da assomigliare alla sgradevole pratica dello scarica-barile. La competenza in materia di impiantistica, ribadisco, è rigidamente assegnata dalla legge agli enti locali. Sono parimenti infondate le polemiche che attribuirebbero ai dirigenti scolastici la volontà di non riaprire le scuole. L’ANP ha sempre operato per la scuola in presenza ed è stata molto chiara nell’indicare tre precisi obiettivi – innalzamento del tasso di vaccinazione degli alunni, fornitura per tutti delle mascherine FFP2, ampliamento della rete territoriale di testing – proprio per limitare eventuali future chiusure. È solo per raggiungere quegli obiettivi che sarebbe stato opportuno, a nostro avviso, effettuare due o tre settimane di DAD. Il Governo ha legittimamente preso una decisione diversa che noi rispettiamo, come è doveroso per qualsiasi dirigente”.