“Far pagare l’Imu a una scuola pubblica non statale, considerandola alla stregua di un esercizio commerciale qualunque”, dice a Tempi.it Roberto Gontero, presidente dell’Agesc, “significa non soltanto attaccare la libertà di scelta, ma andare contro la legge e contro la Costituzione”.
Per Gontero infatti “la retta dovrebbe ripagare solo una minima parte del servizio. Sappiamo però che nessun servizio è gratuito, nemmeno quello dello Stato, visto che lo paghiamo con le nostre tasse. Nelle paritarie assisteremo a una lievitazione delle rette. Le scuole che non chiuderanno saranno a disposizione dei più ricchi e gli insegnanti saranno mandati a casa. Non capisco se è questo che vuole il governo.”
In altri termini, secondo il presidente dell’Agesc, le scuole private dovrebbero essere gratuite perché garantiscono “la libertà di scelta” e in tal modo non sarebbe solo “per pochi privilegiati. Per chi paga le tasse per l’istruzione dei propri figli, e poi deve pagare le rette per fruire di un servizio pubblico, questo ulteriore accanimento nei confronti delle scuole paritarie, e della libera scelta, avvalora un sentimento di discriminazione. Il governo non ha nemmeno spiegato cosa ha intenzione di fare.”
E poi ricorda pure che ci sono “moltissimi validi insegnanti nelle scuole paritarie, alcuni dei quali, dopo anni di attesa, hanno persino rinunciato all’immissione in ruolo nello Stato.” Ma non solo, a parere di Gontero “ grazie alle paritarie lo Stato risparmia 6 miliardi di euro all’anno, stando ai conti del Tesoro e del Miur. Ogni alunno di una scuola paritaria costa dieci volte meno di un alunno nelle statali. Se si volesse davvero risparmiare, si investirebbe sulle paritarie. Se altri studenti delle paritarie si trasferiranno nelle statali, a causa dell’incremento delle rette, i costi per lo Stato aumenterebbero. È questa misura frutto di un appiattimento ideologico che va contro la ragione, contro l’economia, contro il futuro. Per fare un favore alle casse dello Stato e al nostro futuro, invece di svuotare la riforma Berlinguer, bisognerebbe premiare la libertà di scelta.”
Tuttavia rimane, sul ragionamento del presidente Gontero, un punto buio, quello relativo cioè alla scelta dei docenti nelle varie scuole private che, se vogliono rispettare legittimamente la libertà di scelta educativa da parte dell’utenza, devono pretendere quella particolare idea di educazione anche da parte del loro personale insegnate. Da qui la necessità che hanno di scegliere docenti, non da un albo oggettivo stilato per graduatorie e punteggio, ma sulla base della disponibilità che ciascun professore ha nel seguire quell’indirizzo ideologico.
In altri termini, il genitore che manda il figlio in una scuola cattolica, scegliendo quindi quell’indirizzo educativo, difficilmente tollererà come docente un ateo o un musulmano o un ebreo, altrimenti avrebbe speso soldi e retta invano e la sua libertà educativa verrebbe menomata.
Similmente la scuola che ha come scelta quella di incentrare la sua missione educativa sull’ateismo non arruolerà mai, per venire incontro alle legittime aspettative dei suoi iscritti, docenti cattolici o comunque di specchiata fede religiosa. Il rischio da molti ventilato che il proliferare di scuole private, per rispettare la libertà educativa di ciascuno, possa portare con sé anche la frammentazione culturale e l’isolamento o persino il contrasto fra miriadi di scuole.
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