Il disegno di legge “Interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell’assenteismo”, che in questi giorni è all’esame della Commissione Lavoro della Camera, sta già provocando perplessità e polemiche anche nel mondo della scuola, come riferito in altre occasioni da questa testata.
Nel caso il testo dovesse essere approvato senza modifiche diventerà legge dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Altrimenti dovrà ritornare al Senato fino a quando entrambe le camere approveranno lo stesso testo.
Il ddl prevede l’uso dei dati biometrici del personale (per esempio impronte digitali) ma stabilisce anche che per l’acquisto della strumentazione necessaria il Ministero dell’Istruzione dovrà fare fronte con le risorse già disponibili.
Durante l’audizione davanti alla commissione Affari Costituzionali e Lavoro della Camera, il Garante della Privacy, Antonello Soro, ha espresso un giudizio estremamente negativo sul tentativo di introdurre norme ‘poliziesche’ di controllo (biometria e videosorveglianza) attraverso il DDL Concretezza, riferisce la Flc Cgil.
Per il Garante, infatti, sussiste una incompatibilità dei controlli biometrici “con la disciplina europea”, perché tali controlli sono richiesti in modo “sistematico e generalizzato”, senza che ci sia la presenza concreta di fattori di rischio specifici e soprattutto senza dimostrare l’inidoneità di altri sistemi meno invasivi.
Il sindacato guidato da Francesco Sinopoli ribadisce la propria contrarietà: “In assenza di investimenti concreti per il rinnovo contrattuale del comparto “Istruzione e Ricerca”, il governo ripropone la solita trita propaganda politica per denigrare la dignità dei lavoratori, genericamente etichettati come “furbetti” e “fannulloni” ogni qual volta si avvicina il momento del rinnovo contrattuale.
Nonostante, come abbiamo scritto in precedenza, il controllo biometrico dei docenti potrebbe regalare alcuni vantaggi, come la certificazione delle ore di straordinario, anche gli altri sindacati si mostrano particolarmente negativi.
Ad esempio Maddalena Gissi, segretaria nazionale di Cisl Scuola, riferisce che “credevamo che la stagione dei lavoratori pubblici assimilati a fannulloni fosse finita – afferma Gissi – ma dobbiamo purtroppo ricrederci: questo governo rilancia e rafforza un’idea del lavoro pubblico sostenuta da un misto di pressapochismo e di demagogia che offende, indigna e preoccupa”.
Contraria anche l’ANP: “sarebbe erroneo pensare di raggiungere l’obiettivo di maggiore efficienza ed efficacia del sistema dell’Istruzione attraverso metodi offensivi della dignità dei professionisti e lesivi dell’autonomia della figura dirigenziale prevista dall’ordinamento”.
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