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Impronte digitali presidi, Andis: “Misure eccessive”

A proposito di impronte digitali ai presidi, ecco un intervento dell’Andis, associazione nazionale dirigenti scolastici, che chiede una modifica del ddl concretezza. Di seguito il comunicato con la posizione del presidente Paolino Marotta:

L’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici intende rappresentare alle Autorità in indirizzo i sentimenti di sconcerto e di profonda amarezza con i quali i dirigenti scolastici italiani stanno seguendo l’iter parlamentare del Disegno di legge in oggetto.

Ci permettiamo di osservare che la previsione di sottoporre a controllo l’accesso a scuola dei dirigenti scolastici offende la dignità professionale della categoria e manda un messaggio sbagliato e fuorviante al Paese, perchè in qualche modo insinua nell’opinione pubblica il dubbio che anche i presidi possano comportarsi alla stregua dei fannulloni e dei furbetti del cartellino.

Le misure previste per la rilevazione delle presenze ipotizzano l’installazione sia di sistemi di verifica biometrica dell’identità che di videosorverglianza degli accessi, misure palesemente eccessive e sproporzionate, come già eccepito in audizione dal Garante per la protezione dei dati personali.

Senza tralasciare che l’adozione di questi sistemi di rilevazione comporterebbe un investimento di notevoli risorse che potrebbero, invece, essere destinate ad altre priorità del nostro sistema educativo.

Siamo di fronte ad una inutile mortificazione della dirigenza scolastica, ad un provvedimento di evidente illogicità, pensato da chi forse non conosce il Contratto Nazionale per l’Area Dirigenziale Istruzione e Ricerca nè il lavoro che svolgono quotidianamente i presidi in Italia.

I dirigenti scolastici hanno un ruolo di guida e di orientamento delle comunità scolastiche, rispondono dei risultati di apprendimento di più di 8 milioni di alunni e studenti del nostro Paese, sono responsabili della salute e dell’incolumità delle persone e delle condizioni di sicurezza degli edifici, sono chiamati a confrontarsi tutti i giorni con le criticità educative che la società del nostro tempo pone alla scuola.

Ci saremmo aspettati che le Commissioni parlamentari, il Ministro per la Pubblica Amministrazione, il Ministro dell’Istruzione, i Responsabili Scuola dei Partiti esprimessero quanto meno l’interesse ad ascoltare le giuste motivazioni della nostra categoria.
All’indomani dell’approvazione alla Camera del ddl in oggetto ribadiamo che i sistemi ipotizzati per la verifica dell’accesso non tengono conto delle modalità di svolgimento della funzione del dirigente scolastico che, com’è noto, non è soggetta ad un orario contrattualmente definito e non è legata ad un ufficio o ad orari fissi.

I 7.000 dirigenti scolastici in servizio devono garantire la loro presenza nei 43.000 plessi scolastici, devono curare i rapporti con altre scuole all’interno delle reti istituzionali a cui aderiscono, devono intrattenere relazioni con Enti Locali, ASL, Uffici Territoriali dell’Amministrazione scolastica, Ordini professionali, Associazioni del territorio.

Va ricordato, inoltre, che più di 1.700 istituzioni scolastiche sono affidate in reggenza. Per questo motivo quasi tutti i presidi da anni si fanno carico della direzione di due o più istituzioni scolastiche, il che comporta spostamenti frequenti in orari diversi (anche serali e festivi) e ritmi di lavoro non ascrivibili alla mera dirigenza amministrativa/burocratica.
A tal proposito va anche evidenziato che il Parlamento non ha approvato nella manovra di bilancio la norma per l’esonero dei vicari, che avrebbe potuto garantire ai dirigenti scolastici quanto meno un supporto alla gestione ordinaria.

E’ del tutto evidente che il Dirigente scolastico è chiamato ad adeguare ogni giorno la propria prestazione lavorativa alle diverse sedi dipendenti e alle molteplici e complesse esigenze dell’organizzazione.

Di questo risponde in sede di valutazione complessiva dell’operato, con il ricorso alle procedure e agli strumenti disegnati dal DPR 80/2013 e dalla Direttiva MIUR n.36/2016, che da quest’anno manda a regime un vero e proprio sistema di rendicontazione sociale che tiene conto anche della stima e dell’apprezzamento di studenti, genitori, docenti.

Appare chiaro che, con l’approvazione definitiva dei sistemi di verifica di cui al ddl, i dirigenti scolastici potrebbero valutare di limitarsi agli adempimenti amministrativo-burocratici, a discapito di tutte quelle prestazioni di promozione, coordinamento e raccordo con le realtà del territorio che oggi vengono rese, anche in orario serale e festivo, per la migliore riuscita delle attività di arricchimento e di ampliamento dell’offerta formativa previste dall’autonomia scolastica.

Alla luce delle motivazioni sopra esposte, anche al fine di garantire parità di trattamento con altre categorie escluse dalla verifica degli accessi (magistrati, avvocati e procuratori dello Stato, docenti del sistema scolastico, professori e ricercatori universitari), l’A.N.DI.S. fa appello al Governo e ai Senatori della Repubblica perchè si adotti una modifica al disegno di legge S.920-B nella parte in cui disciplina la verifica dell’accesso dei dirigenti scolastici.

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Redazione

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