Va avanti a ritmi forzati la legge sul controllo biometrico, il riconoscimento delle impronte e la verifica dell’iride, per la rilevazione delle presenze nei pubblici uffici. Dopo l’approdo in Gazzetta Ufficiale, dove è contenuto il principio generale della norma, il 7 luglio il testo del provvedimento è entrato formalmente in vigore.
Nella scuola, il provvedimento riguarderà dirigenti scolastici, sul piede di guerra, e personale Ata.
Rimangono esentati – assieme a forze dell’ordine, magistrati e prefetti – tutti i docenti, perché già gestiscono il registro elettronico, che dà ampie garanzie sulla presenza sul posto di lavoro.
Nel frattempo, anche il regolamento attuativo procede a gonfie vele: secondo l’agenzia Ansa, l’8 luglio sarebbe stato inviato al Garante della privacy. A seguire sarà mandato, per i relativi pareri, alla Conferenza Unificata e al Consiglio di Stato. I decreti attuativi relativi all’istituzione del ‘Nucleo per la Concretezza’ saranno, invece, ultimati entro il mese di settembre.
Tanto basta alla ministra della P.a., Giulia Bongiorno, per dire di sentirsi “felice di una legge che prevede la drastica riduzione dei tempi delle procedure concorsuali, nuove risorse in settori strategici della P.a, aiuti alle amministrazioni in affanno e un metodo di lotta contro l’assenteismo finalmente incisivo”.
“Fino ad oggi, di fatto, la facevano franca in troppi – dice ancora la ministra della Lega -; adesso, con le impronte digitali e la videosorveglianza, preveniamo il fenomeno. È finita l’epoca delle truffe”.
Non la pensano così i sindacati. Secondo il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga, responsabile del pubblico impiego si augura “che con l’attuale compimento dell’iter del decreto concretezza ci si possa concentrare, finalmente sul rinnovo dei contratti collettivi nazionali dei dipendenti pubblici per il periodo 2019/21 evitando di allungare i tempi attraverso la previsione di inopportune indennità di vacanza contrattuale”.
“Allo stesso modo speriamo che possano vedere la luce i contratti della dirigenza che, ad esclusione del personale dirigente della scuola per il quale abbiamo sottoscritto il contratto, attendono da tempo la conclusione dei negoziati”.
Quanto al contrasto all’assenteismo, conclude Ganga, “continuiamo ad essere convinti che vada evitato di alimentare un clima di sfiducia nel lavoro pubblico, costruito sugli sbagli di pochissimi, tutelando, piuttosto, il benessere organizzativo e l’immagine di chi svolge la propria attività al servizio del Paese”.
Proprio sull’assenteismo a scuola, ricordiamo che i casi accertati risultano davvero rari, nemmeno quantificabili per la loro irrisorietà rispetto a coloro che risultano ogni giorno regolarmente e in orario sul posto di lavoro, garantendo il servizio pubblico rivolto ad alunni e studenti.
Avevamo calcolato che l’operazione avrebbe permesso di scovare lo 0,001% di furbetti, visto che nella scuola si riscontrano appena 80 casi l’anno su oltre un milione e 200 mila dipendenti. Quindi un caso ogni 10 mila – 15 mila lavoratori onesti.
Ha quasi dell’incredibile, inoltre, l’obbligo imposto ai dirigenti scolastici, che si ritroverebbero, a legge adottata, ad essere più controllati dei docenti, i quali sono in qualche modo a loro volta controllati proprio dai presidi.
Coma abbiamo già avuto modo di scrivere, se si considera che i punti di erogazione del servizio scolastico sono oggi più di 40mila (bisogna calcolare infatti non solo le 8mila “presidenze” ma anche tutti i plessi scolastici dipendenti) è del tutto evidente che il costo dell’operazione non sarà affatto irrilevante ma inciderà in modo significativo sui bilanci scolastici.
Ammesso che un macchinario per rilevare i dati biometrici costi solo 2.500 euro, serviranno comunque già 100 milioni di euro, come ha avuto modo di dire alla Tecnica della Scuola il leader dell’Anp Antonello Giannelli.
Secondo noi, però, i costi potrebbero essere ancora più alti, sino a sfiorare il mezzo milione di euro.
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