Per capire quanto e come, in concreto, il Governo Letta si sia impegnato sui temi dell’istruzione è sufficiente leggere il documento sui primi cento giorni di lavoro pubblicato in queste ore nel sito ufficiale dell’esecutivo.
Alla resa dei conti, per il momento, c’è una solo provvedimento significativo, che peraltro deve ancora essere perfezionato in Parlamento.
“La cittadinanza di domani si costruisce sui banchi di scuola – si legge nel documento – e per dare concretezza a quest’auspicio, contribuendo alla sicurezza degli edifici e alla riduzione della dispersione scolastica, il governo con il “decreto Fare” stanzia fino a 100 milioni l’anno per l’edilizia scolastica per i prossimi tre anni da fondi INAIL, integrati da altri 150 milioni nell’iter parlamentare”.
In pratica, quindi, le uniche risorse “fresche” sono 150milioni all’anno; ma – non per fare i pignoli – bisogna anche ricordare che nel corso degli esercizi finanziari, tralasciando i tagli di organico e quant’altro, i fondi per la scuola sono stati appunto tagliati di alcune centinaia di milioni all’anno.
Basti ricordare i fondi per l’autonomia derivanti dalla legge 440 che fino a 4-5 anni ammontavano appunto a 150milioni e che ora sono stati praticamente azzerati.
Per non parlare delle risorse per l’aggiornamento e per le stesse attività finalizzate alla sicurezza realizzate dalle scuole (si tratta di altri 40-50 milioni all’anno).
Insomma, a conti fatti, i 150 milioni per l’edilizia scolastica corrispondono appunto ai risparmi su fondi che già erano destinati alla scuola.
Lascia peraltro piuttosto perplessi l’affermazione secondo cui in questo modo si potrà combattere la dispersione scolastica.
E’ davvero curioso che si possa pensare che per migliorare i livelli di scolarità possa bastare una migliore manutenzione degli edifici scolastici e non invece aumentare attrezzature (non solo quelle informatiche), biblioteche e arredi.
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