Si dovrebbe completare entro 15 giorni la verifica su tutte le scuole dei comuni colpiti dal sisma. Nel Maceratese le lezioni non riprenderanno prima del 7 novembre e anche nelle altre province delle Marche, ma pure dell’Umbria, è assai probabile che ci vorranno giorni in più per le verifiche tecniche sull’agibilità degli edifici.
Le famiglie di Arquata e Visso, riporta il TgCome24, quasi tutte sfollate sulla costa, chiedono, ad esempio, di ricomporre lì le scuole, evitando così di sparpagliare i ragazzi. Norcia avrebbe una scuola ancora in piedi ma i genitori sono restii a mandare i figli perché hanno paura di nuove scosse e nuovi crolli. Spetta ai sindaci prendere decisioni in materia facendo in modo che siano il più indolore possibile.
Inoltre la task force voluta dalla ministra dell’Istruzione Stefania Giannini sta lavorando a ritmo serrato con la protezione civile per sentire uno a uno tutti i dirigenti scolastici dei 62 comuni coinvolti e trovare insieme le soluzioni più adatte. Dopo il 26 ottobre la popolazione scolastica delle aree coinvolte era stata quantificata in circa 10.000 studenti, ma con la nuova scossa vanno tarati di nuovo tutti i numeri.
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Al Miur, scrive TgCom24, si pensa comunque a interventi “agili” per rispondere alle diverse esigenze. E dunque dove ci sono scuole ancora in piedi, ma soprattutto dove ancora esiste una comunità, potrebbero essere adottati anche i doppi turni negli istituti ritenuti sicuri; laddove i ragazzi avessero deciso di spostarsi sulla costa si dovrà invece agire soprattutto sugli organici e se, invece, la soluzione individuata è quella dei container bisognerà accelerare la loro installazione.
A Roma intanto sono stati sessanta i sopralluoghi che non hanno riscontrato problemi tali da predisporre la chiusura degli istituti per i quali i Municipi avevano chiesto un controllo suppletivo.
Per quanto riguarda le somme stanziate dovrebbero essere 15,6 milioni di euro, così ripartite: 3,5 milioni per finanziare indagini diagnostiche su solai e controsoffitti, 4,1 milioni per interventi di carattere strutturale e di adeguamento a norma e altri 3,8 milioni per interventi di adeguamento sismico.
In ogni caso, la situazione è «estremamente difficile», come afferma il commissario per la ricostruzione Vasco Errani.
In ogni caso, le attività didattiche delle scuole umbre sono sospese fino al 5 novembre compreso: è quanto deciso nel corso dell’incontro che si è tenuto nella sede del Centro di Protezione civile di Foligno con l’assessore regionale, Antonio Bartolini, i sindaci dei Comuni umbri, la dirigente dell’Ufficio Scolastico regionale, Sabrina Boarelli e i rappresentanti delle Province di Perugia e Terni, il presidente di Anci Umbria, Francesco De Rebotti.
La sospensione dell’attività didattica, richiesta dalla Regione in accordo con l’Ufficio scolastico regionale e attuata dai Comuni, “permetterà alle amministrazioni che ancora non hanno ultimato le ricognizioni di completarle e alle altre di agevolare le istituzioni scolastiche nell’aggiornamento dei piani di sicurezza e nel coordinamento delle azioni per la gestione”, ha spiegato la Regione, sottolineando che “la decisione è motivata dal fatto che si avrà così la possibilità di verificare i piani di sicurezza e di completare la residua attività di controllo degli edifici in modo capillare, cosa che in molti comuni è già avvenuta con esito positivo nella stragrande maggioranza dei casi”. Quindi “si tratta solo di una ulteriore misura precauzionale introdotta dalla Regione, oltre quelle ampiamente adottate dai sindaci del territorio”.
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