In migliaia in piazza a Roma per il corteo in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
“Non una di meno” nella “marea transfemminista“, contro i femminicidi e il patriarcato: “disarmiamo il patriarcato”, “Siamo 150mila”: così tra striscioni e slogan i centri antiviolenza femministi: “siamo rivoluzione”, “se il patriarcato non esiste perché continuiamo a morire”, “vietare alle donne di lavorare è violenza”.
Era chiaro, scrivono le agenzie, il messaggio forte diretto contro il ministro dell’istruzione Valditara che pochi giorni fa, collegandosi alla presentazione della Fondazione dedicata a Giulia Cecchettin, ha detto che in fondo il patriarcato non esiste col nuovo diritto di famiglia e che rimane una visione ideologica, perché appunto le prese di posizioni ideologiche sono sempre quelle che fanno comodo, non quella del ministro medesimo che si ingolfa proprio in una disquisizione ideologica.
Dicono invece dal corteo: “Il patriarcato esiste e lo vediamo anche nei numeri. 106 femminicidi in un anno che sono soltanto la punta di un iceberg di una violenza che si perpetua nei posti di lavoro, nelle scuole, in ogni ambito della nostra esistenza”.
E ancora: “Le parole del ministro Valditara confermano l’urgenza di scendere in piazza. Il patriarcato esiste, non è ideologia e il razzismo istituzionale non è la risposta. L’assassino, il violento, l’abusante sono figli della nostra società e hanno quasi sempre le chiavi di casa”.
“Se vogliamo stare sui dati è interessante vedere che più dell’80% delle persone che commettono violenza sono partner o ex partner. Questo ci dice che non conta la nazionalità ma la relazione che le donne instaurano con gli uomini e il senso di possesso che gli uomini hanno sulle donne che considerano proprie e questo è vero a ogni latitudine e in ogni parte del mondo”.
La violenza sulle donne? Domandano altre, “è un’emergenza” ed è “una dimensione strutturale e siamo in piazza per ribadire che c’è una guerra sui nostri corpi in cui i governi cercano di rafforzare costantemente la famiglia patriarcale e il razzismo contro le donne”.
La protesta contro Valditara è andata in scena anche davanti al ministero dell’Istruzione dove alcune attiviste del movimento “Aracne” hanno bruciato una foto del ministro, gridando anche frasi pesanti contro Valditara.
Singolare una azione dimostrativa che ha visto diverse giovani incappucciate con passamontagna ricoperti di lustrini, replicare così il gesto della studentessa iraniana che si è spogliata davanti all’università a Teheran per protestare contro l’imposizione del velo: “Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce”.
Inoltre, sotto la sede della Fao è stato hanno organizzato un flash mob per le donne palestinesi: “Non esisterà la liberazione delle donne senza la liberazione della Palestina. Contro la guerra, l’oppressione e razzismo. Non c’è resistenza senza liberazione dal patriarcato. E Noi lo sappiamo da che parte stare: Palestina libera, dal fiume fino al mare“.
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