Secondo il monitoraggio sull’accesso ai libri di testo in Italia, il primo nel suo genere, appena pubblicato da Save the Children, l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare la vita dei bambini in pericolo e a tutelare i loro diritti, ci sarebbero forti ritardi nell’erogazione di bonus e rimborsi che si protraggono mesi e a volte anche anni, procedure di assegnazione poco flessibili e sussidi che non coprono quasi mai la spesa reale documentata dalle famiglie: queste alcune delle cause per cui, all’inizio della scolastico, molti alunni in difficoltà economiche non avranno tutto il materiale didattico, primi tra tutti i libri di testo. Una discriminazione che contravviene al principio costituzionale del diritto allo studio per tutti, contribuendo ad aggravare le diseguaglianze sociali.
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Il rapporto di Save the Children, dal titolo “Tutti a scuola… E i libri?”, valuta l’impatto delle misure e delle agevolazioni messe in campo da Stato, Regioni e Comuni per garantire la fruizione dei libri di testo per gli alunni meno abbienti della scuola secondaria di primo grado. “Mentre alle scuole elementari – osserva Stc – i libri di testo sono forniti a tutti gratuitamente, pur trattandosi sempre di scuola dell’obbligo alle medie gli acquisti sono gestiti dalle famiglie, che dovrebbero poter usufruire di un sistema di bonus previsto per i meno abbienti. Dal monitoraggio emerge un quadro preoccupante in cui, nella quasi totalità delle Regioni, le misure messe in atto sono spesso insufficienti a garantire l’effettivo accesso ai libri di testo”.
Dal monitoraggio emergono, nella maggior parte delle Regioni, forti ritardi nel trasferimento dei sussidi e una mancata copertura del costo totale dei libri. “Le uniche eccezioni – sottolinea Stc – sono rappresentate dalla Valle d’Aosta, il Trentino e il Friuli-Venezia Giulia, le sole Regioni che garantiscono il comodato d’uso gratuito a tutti gli studenti frequentanti le scuole dell’obbligo, a prescindere dalla loro condizione economica. Solo cinque Regioni su 20 prevedono invece in modo esplicito la copertura della spesa anche per l’acquisto di altro materiale scolastico, come dizionari o e-reader. Eppure sono proprio questi materiali, insieme ai libri, a pesare di più sulle spalle delle famiglie che faticano ad acquistare tutto il necessario per garantire un adeguato percorso di studio dei loro figli. Queste differenze regionali evidenti sono dovute al fatto che ogni Regione gestisce la fruizione dei fondi statali dedicati con tempistiche e criteri di accesso propri, ma anche con una miriade di modalità diverse, che vanno dal comodato d’uso gratuito, alla dote o pacchetto scuola, al buono libri o al rimborso delle spese. In molti casi, l’erogazione dei fondi per i buoni libro o dei rimborsi per l’acquisto dei libri di testo è macchinosa, poco flessibile (per esempio non permettendo l’acquisto di altri materiali scolastici come dizionari o e-reader) e presenta criteri particolarmente restrittivi. Ne è un esempio il criterio della residenza, richiesto dalla maggior parte delle Regioni, che esclude di fatto tutte le famiglie che per molteplici motivi non l’abbiano ancora ottenuta”.
“I ritardi nell’erogazione di bonus e rimborsi – dice Stc -, inoltre, si protraggono spesso per mesi dall’inizio dell’anno scolastico, a volte per anni, aggravando lo svantaggio delle famiglie in forte povertà e scoraggiandole dal presentare le domande. I caso più eclatanti si registrano in Campania, dove il ritardo nella liquidazione è di quasi due anni, e in Sicilia, dove ha già superato i tre anni. Il tetto di spesa fissato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) entro cui le scuole sono tenute a mantenere il costo dell’intera dotazione libraria è fissato a 294 euro per la prima media: una somma già di per sé molto rilevante per una famiglia che si trovi in condizione di povertà. Inoltre, se da un lato il rapporto evidenzia come la media dei costi dei libri di testo in tutte le scuole monitorate rientri nel tetto di spesa fissato dal MIUR per quanto riguarda i testi obbligatori, dall’altro emerge che, in alcuni istituti, questo venga superato anche di 100-200 euro. Sono poche le Regioni o i Comuni che riescono a coprire il 100% della spesa documentata dalle famiglie. Dal monitoraggio emergono una serie di raccomandazioni per garantire l’accesso al materiale scolastico a tutti gli studenti, come ad esempio investire nelle biblioteche scolastiche e nel comodato d’uso gratuito; favorire prassi di autoproduzione dei materiali didattici digitali, approvando linee guida specifiche che ne garantiscano l’uniformità sul territorio e standard minimi di qualità editoriale; promuovere il contenimento della spesa per i libri di testo e sensibilizzare gli insegnanti affinché valutino, nella scelta del libro di testo, anche la sua sostenibilità in termini di peso, costo e apertura alle risorse digitali”.
Il “peso” dei libri cartacei negli zaini dei bambini è una problematica già nota all’opinione pubblica e da tempo denunciata dagli esperti in relazione ai possibili danni posturali che zaini eccessivamente pesanti possono comportare per bambini e ragazzi in età evolutiva: già nel 1999 il Consiglio Superiore di Sanità raccomandava che il peso dello zaino scolastico non superasse il 10-15% del peso corporeo dell’alunno. “Eppure – sottolinea Stc -, tra le indicazioni dispensate dal MIUR in materia non vengono previsti limiti al peso o alla foliazione dei libri di testo; indicazioni che potrebbero favorire anche un risparmio per le famiglie: libri molto corposi, infatti, oltre che pesanti fisicamente, sono più costosi in termini economici. Così come il monitoraggio, anche il video augurale Back to School realizzato da Save the Children si concentra sulle scuole medie, un momento fondamentale in cui i ragazzi cominciano a formare le loro coscienze e a prendersi delle responsabilità. In questo senso, la scuola gioca un ruolo fondamentale, non solo come luogo di trasmissione di conoscenza, ma anche nell’apprendimento di valori fondamentali per la loro crescita”.
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