La deputata del Partito democratico, Mara Carocci, ha presentato un’interrogazione alla Camera, per sapere cosa intende fare il Governo sul fenomeno sempre più vasto delle abilitazioni all’insegnamento conseguite all’estero. “Abbiamo portato all’attenzione del Governo il fenomeno che è quantomeno preoccupante”, spiega a La Notiziagionale.it la parlamentare del Pd
“Il percorso in Italia è complesso, mentre altrove è più agevole. E la vicenda è sicuramente delicata e spinosa, perché il ministero è obbligato dall’Ue al riconoscimento dei titoli”, racconta la deputata. “I corsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità, devono prevedere l’acquisizione di un minimo di 60 crediti formativi e per arrivare a questo obiettivo bisogna comprendere almeno 300 ore di tirocinio pari a 12 crediti formativi universitari e articolarsi distintamente per la scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo grado e secondo grado”.
{loadposition eb-motivare}
Perciò alcuni insegnanti preferiscono accorciare i tempi, facendo qualche breve soggiorno all’estero, specie in Paese come la Romania che hanno un meccanismo meno stringente. Senza che il Miur muova un dito.
“Il fenomeno diventa macroscopico per la specializzazione sul sostegno, vista la carenza di insegnanti specializzati”, riporta lanotiziagiornale.it, mentre c’è un ulteriore dubbio: all’estero non sempre si riesce a garantire la stessa qualità della preparazione. “È vero, talvolta non c’è sempre la stessa attenzione, ma non si può sindacare nel merito. Di sicuro c’è un fatto: sugli insegnanti di sostegno l’Italia è uno dei Paesi più all’avanguardia”.
Per questo molti parlamentari dem hanno messo nero su bianco, chiedendo alla Giannini: “Quali iniziative intenda intraprendere per impedire che possa proseguire questa pratica, gravemente lesiva dei diritti dei ragazzi ad una didattica di qualità”.