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In 5 bambini su 100 riscontrate anomalie nell’elettrocardiogramma

Tutti i piccoli con alterazioni importanti non sapevano di avere problemi cardiaci. Sono i dati emersi dallo screening effettuato dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù nelle scuole materne ed elementari del Comune di Santa Marinella, con il coinvolgimento di 695 piccoli tra i 3 e i 10 anni.
Sottoposti a controlli elettrocardiografici (per il 90% si è trattato della prima volta), su 30 bambini sono stati rilevati piccoli problemi come i disturbi minori della conduzione cardiaca o l’extrasistolia, mentre 10 bambini su 695 sono risultati affetti da anomalie più importanti come la preeccitazione ventricolare, l’intervallo QT lungo, il Pattern di Brugada. Categoria di anomalie, quest’ultima, che in una ridottissima percentuale può condurre alla morte improvvisa.
Il progetto messo in campo dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù con il Comune di Santa Marinella per combattere la morte improvvisa, è stato condotto per quattro settimane nelle scuole comunali Pyrgus, Vignacce e Centro. Lo screening è stato effettuato da un team altamente specializzato – composto da tre aritmologi pediatri, un tecnico di cardiologia e una coordinatrice – messo a disposizione dall’Unità Operativa Complessa di Aritmologia Pediatrica di Palidoro diretta da Fabrizio Drago.
”Lo screening elettrocardiografico è un importante strumento di prevenzione, perchè in grado di identificare precocemente patologie cardiologiche a volte rare e gravi” spiega il direttore sanitario del Bambino Gesù, Massimiliano Raponi. ”La collaborazione con il mondo della scuola è di grande aiuto per aumentare l’attenzione e la cultura dei Bambini e delle Famiglie verso il miglioramento continuo della qualità della cure. Per questo, pensiamo che partecipare allo screening oltre a migliorare la prevenzione delle patologie cardiologiche permette a Bambini e Genitori di acquisire uno sguardo più consapevole verso la tutela del proprio benessere, e costituirà quindi una risorsa per gli anni a venire”.
”Lo screening effettuato già nella prima e seconda infanzia – spiega Drago- permette di individuare quelle alterazioni tipiche delle sindromi aritmogeniche a rischio di Morte Improvvisa in una fase della vita in cui i sintomi raramente si manifestano. Nei casi selezionati, quindi possono essere avviati trattamenti specifici che impediscono la comparsa dell’espressione sintomatologica di tali alterazioni, di cui anche la morte improvvisa fa parte. E’ importante sottolineare – conclude – che più del 90% dei bambini della scuola materna fosse al suo primo esame elettrocardiografico e che il 100% di quelli a cui siano state rilevate delle alterazioni importanti, non era a conoscenza di esserne affetto”.

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