“Ora gli annunci razzisti hanno cambiato formato, da cartaceo a digitale, ma la sostanza resta la stessa: alcuni italiani non vogliono inquilini che provengano dalle Regioni del Sud. L’ultimo, triste, caso arriva da Trento. Dove una studentessa abruzzese originaria di Pescara si è vista rifiutare una stanza in affitto perché non proveniva dall’Italia settentrionale. Una scena che sembra arrivare dalla Torino degli anni Cinquanta, dove molti emigrati dal Mezzogiorno si vedevano rifiutare gli alloggi proprio per un pregiudizio razzista.
Queste sono le parole scritte in un articolo de Il Giornale pubblicato nel giugno del 2018.
Stesse cose in un altro articolo pubblicato nell’ottobre del 2017 ne Il Mattino di Napoli riguardante una ragazza di Aversa obbligata ad andare a Padova per un corso di formazione.
Nell’articolo si scrive: “Sembra una storia degli anni Settanta, quando i meridionali che emigravano al nord in cerca di lavoro avevano difficoltà a trovare un alloggio. Soprattutto a Torino, dove gli italiani del sud si spostavano in massa per entrare in Fiat, spesso trovavano affissi sui portoni d’ingresso degli edifici dei cartelli che avvisavano: “Non si affitta ai meridionali”.
I settentrionali non li volevano come inquilini perché c’era il pregiudizio che creassero problemi: ladri, chiassosi e poco inclini all’igiene. A distanza di quarant’anni quei pregiudizi sembrano tutt’altro che archiviati, anche se i terroni in cerca di una casa nel profondo nord non vengono più accolti da quei fatidici cartelli, ma ai tempi di internet l’antipatica avvertenza è contenuta in qualche annuncio pubblicato sui social network “. Cambiano i mezzi di comunicazione dal cartello di cartone al messaggio social, ma la sostanza dopo oltre 40 anni non cambia.