Sabato 13 gennaio, nella prima puntata dell’anno di In Altre Parole, trasmissione condotta da Massimo Gramellini su La7, è intervenuto il cantante e personaggio televisivo Morgan, che ha fatto un omaggio a Fabrizio De André. Il musicista ex Bluvertigo ha parlato anche di docenti, rivolgendosi a Roberto Vecchioni.
Ecco le sue parole: “Sono contento che tu faccia televisione Roberto, perché ho sempre pensato che avresti dovuto farlo. Il tuo modo di spiegare le cose è troppo bello. Sei praticamente il più bravo di tutti a farlo, a raccontare anche cose difficili. La letteratura è una cosa difficile, ma spiegata così sembra facile, ma è lui che lo sa spiegare”, ha esordito.
“Poi lui appassiona. Quanta gente ho conosciuto, ragazzi che hanno avuto lui come professore, amano la materia. C’è una differenza pazzesca quando c’è un professore che non te la fa amare, poi per tutta la vita non ti piace”, ha concluso, parlando in generale degli insegnanti.
Ad agosto scorso ha fatto il giro del web un video che mostra il cantante Morgan sul palco al parco archeologico di Selinunte (Trapani) nell’ambito del festival della bellezza durante il concerto-lezione ‘Segnali di vita e di arte’ dedicato a Franco Battiato mentre inveisce contro il pubblico presente con improperi vari e parolacce di stampo omofobo. Nonostante l’ex Bluvertigo si sia scusato dopo poche ore, il suo gesto fa ancora parlare di sè.
Una docente, su Twitter, ha usato questo fatto per parlare ancora una volta dell’educazione dei giovanissimi, i quali potrebbero prendere erroneamente le azioni di personaggi come Morgan come modelli da seguire. Ecco le sue parole di sfogo: “Cosa può fare la scuola quando simili personaggi gretti, volgari, violenti hanno palcoscenici a disposizione per vomitare la loro miseria e la loro pochezza? Nulla”.
Secondo la docente la scuola non può fare molto se poi fuori i personaggi più popolari si comportano in questo modo. “La scuola non può essere lasciata sola. Purtroppo tra tv e cellulare la fruizione è molto libera. La scuola deve fornire gli strumenti per una lettura critica e consapevole del mondo che ci circonda. Se non cambiano i programmi, se l’educazione all’affettività, alla parità di genere, contro gli stereotipi di genere non vengono integrate e insegnate sin dalla scuola dell’infanzia non abbiamo dove andare”, ha aggiunto.
Un’altra insegnante ha detto la sua: “La scuola viene tirata sempre in ballo perché fa comodo a tutti scaricare le proprie responsabilità su un’istituzione che ormai viene solo bistrattata! Questo disagiato andrebbe interdetto dai mass media e dai social perché non è di esempio a nessuno! È un poveretto, stop! Purtroppo la scuola può pochissimo dinanzi a certe situazioni ed a certe famiglie disagiate! Ormai la scuola è alla berlina di chiunque e prende anche le colpe che non ha! I meriti non vengono mai esaltati!”.
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