Ieri, 1 ottobre, è andata in onda un’altra puntata di In Altre Parole, il programma di La7 condotto dal giornalista Massimo Gramellini, durante la quale sono intervenuti il cantautore ed ex docente Roberto Vecchioni, il sociologo Luca Ricolfi e la studentessa Emma Ruzzon.
Vecchioni ha riflettuto sul tema della puntata, il merito: “Il merito ha anche il significato di dono. Anche dall’altra parte, lo Stato e i docenti dovrebbero avere un merito, non guardare l’alto ma il basso, tirar su il basso. Non avere tutta questa attenzione per i geni ma avere tutte le possibili dolcezze per tirar su chi è giù. Questo lo fanno i docenti di sostegno”.
“Io non sono contro il merito. Secondo me non impedisce l’uguaglianza. Sono contro l’averlo messo nel nome del ministero perché sa di meritocrazia. L’uguaglianza non è il livellamento, quello sarebbe una sciocchezza. Lo studente non deve dare ciò che pretende il docente, ma il massimo di quello che può, quello è il merito”, ha detto il professore.
“Quando ero docente non guardavo allo stesso modo il compito del genio e quello di un altro studente meno bravo. Se quest’ultimo faceva sei errori e quello bravo due davo lo stesso voto”. Il professore Luca Ricolfi non si è trovato d’accordo: “Lo trovo un po’ umiliante per chi è meno dotato”, ha esclamato.
Il ministro dell’Istruzione e del Merito ha tenuto ricordare che “il merito è un valore costituzionale”, come indicato nell’articolo 34 e anche nell’articolo 3 comma 2, e che “merito e legalità sono nemici di arbitrio e ingiustizia, vanno di pari passo”. Non a caso, il numero uno del dicastero bianco ha tenuto a inserire la parola “merito” nella descrizione del Ministero che gli è stato affidato lo scorso autunno in occasione dell’avvio della nuova legislatura.
“La scuola – ha aggiunto Valditara – è il luogo in cui si elabora il futuro dei giovani e dell’intera nazione. Legalità e merito sono una coppia concettuale fondamentale”.
E ancora: “Il merito è, dal nostro punto di vista, l’opposto del privilegio, l’antidoto più formidabile, il merito non vuole esprimere una società elitaria, una scuola elitaria, al contrario, vuole una scuola democratica, che dà l’opportunità a tutti di poter esprimere le proprie potenzialità. Il privilegio è arbitrario e ingiusto, è soggettivo e non riconosce canoni universali, non attribuisce alcun valore all’avventura soggettiva, individuale, agli sforzi personali, alla libertà”, ha concluso il numero uno del Mim.
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