In arrivo 3.740 assunzioni personale non docente, ma ne mancano 8.000
Il Ministero dell’Economia ha autorizzato 3.740 immissioni in ruolo del personale non docente della scuola con decorrenza 1 settembre 2013. A comunicarlo è stato il Miur ai sindacati. Che manifestano tutta la loro soddisfazione per le assunzioni, che nella scuola continuano ad essere realizzate mentre in tutti gli altri comparti dell’amministrazione pubblica permane il blocco. Ma non possono essere contenti. Perchè mancano all’appello almeno altre 8.000 assunzioni.
Ad oggi, infatti, i posti vacanti e disponibili per tutti i profili Ata – collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici, Direttori dei servizi generali ed amministrativi – sono circa 12.000.
Pertanto, i 3.740 posti concessi dal Mef bastano appena per coprire il contingente degli assistenti amministrativi (2.692) e degli assistenti tecnici (1.032), che devono recuperare le mancate immissioni in ruolo nell’ultimo biennio a seguito della spinosa questione del personale docente inidoneo da collocare anche sui posti vacanti degli Ata. Proprio per tale motivo, Anief chiede all’amministrazione che agli assistenti amministrativi e tecnici, a cui è stata pesantemente ritardata l’assunzione, vengano stipulati dei contratti a tempo indeterminato con retrodatazione giuridica al 1° settembre 2012.
Le assunzioni annunciate dal Miur avverranno, di fatto, sui posti non assegnati nell’anno scolastico 2012/13. È evidente che delle immissioni in ruolo su tutti i profili Ata per l’anno scolastico in corso non vi è traccia.
“Il Governo – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – continua a non rispettare le norme comunitarie sui dipendenti pubblici a tempo determinato. Pertanto Anief chiede l’immissione in ruolo su tutti i posti vacanti per evitare sanzioni dalla Commissione Ue e dai tribunali di giustizia europei e nazionali”.
“A tal proposito – continua Pacifico – va ricordato che la scorsa estate, con ordinanza n. 207/13, la Corte Costituzionale ha rinviato alla Corte di Giustizia Europea la questione sulla compatibilità della normativa italiana (avallata con la Legge 106/2011) proprio rispetto alla direttiva comunitaria in tema di reiterazione dei contratti a termine e assenza di risarcimento del danno per docenti, amministrativi, tecnici ed ausiliari precari della scuola con almeno tre anni di supplenze alle spalle”.