Una piattaforma social dedicata agli under 13: è questo il nuovo progetto di Zuckerberg che ha proprio l’obiettivo di dare ai minori, un modo per connettersi con la famiglia e gli amici, divertirsi e imparare, ma in totale sicurezza, in un ambiente protetto.
Questa nuova idea “social” sta creando allarmismi tra esperti, pediatri e psicologi che si pongono la domanda: “c’è davvero bisogno di un Instagram per gli under 13?”.
I concetti ribaditi dalla piattaforma social più grande del pianeta sono sempre i soliti: sicurezza e privacy.
Temi già sentiti, e che oramai fanno da eco costante per ogni iniziativa rivolta ai più giovani.
Ma le cose stanno proprio così?
Le preoccupazioni di genitori ed educatori
Cosi come sono legittime le preoccupazioni dei genitori per gli effetti negativi che questi social network potrebbero avere sui più giovani, soprattutto in termini di salute mentale. Il progetto di Facebook di creare la piattaforma “Instagram Youth”, ha suscitato accese reazioni anche a livello internazionale da parte di professionisti e associazioni che si sono attivati per chiedere a Zuckerberg di abbandonare questa idea ancora prima di svilupparla del tutto.
Dal punto di vista del colosso americano il progetto si inserisce proprio nel contesto di protezione e di salvaguardia dei minori e per arginare il fenomeno di tutti quelli che riescono ad aggirare i controlli mentendo sulla propria età.
Il tema dell’accesso ai social da parte dei più piccoli è sempre più al centro dell’attenzione mediatica e degli organismi regolatori. Pensiamo al caso di Tik Tok, che nel 2020 ha rischiato il banner negli Stati Uniti e per cui, nell’Unione Europea, è stata istituita dall’European Data Protection Board (EDPB) un’apposita task force.
La questione è tutt’altro che banale e presenta considerazioni di tipo sociologico, psicologico e di tutela della privacy, e ci costringe ancora una volta a riflettere su tutte le implicazioni che l’utilizzo di un social network può avere sullo sviluppo dei giovani cosiddetti “nativi digitali”.
Quali possono essere gli effetti negativi dei social
Sono diverse le ricerche i cui risultati hanno associato un uso intensivo di queste piattaforme ad ansia, solitudine, invidia, depressione.
Altre ricerche, hanno evidenziato invece che molto spesso i canali social non sono la causa, ma fungono da contenitore dei vissuti in cui gli utenti riversano i loro sogni, le loro speranze, le loro ansie e le loro paure.
È stato infatti dimostrato da vari studi come l’abuso dei media digitali e dei social sia collegato a un aumento dell’obesità, dei disagi psicologici, della depressione, dell’insonnia e della perdita di qualità del sonno, oltre che del rischio di suicidio.
I detrattori dei social affermano anche che Instagram è ulteriormente dannoso per via della sua ossessione per l’apparenza e l’immagine, che crea pressione sociale specialmente sugli adolescenti e potrebbe rivelarsi particolarmente rischiosa per i bambini ancora in fase di sviluppo di una propria personalità.
Per i bambini potrebbe essere ancora più difficile imparare la differenza tra vita al di fuori di uno schermo e identità digitale, per cui questo contesti che ti spingono all’imitazione di modelli estetici può rischiare di essere ancora più pericolosa. E non sempre gli effetti sono a breve termine e quindi facilmente individuabili. Anche la sicurezza è a rischio.
Questi aspetti se non ovviamente comprovati da dati reali ma di certo evidenze di molte ricerche, non possono essere ignorate da chi è responsabile della crescita dei bambini.
Facebook ha precisato che Instagram Youth non conterrà inserzioni pubblicitarie. Questo, infatti, è un altro elemento fonte di preoccupazione da parte degli esperti, che sono concordi nell’affermare che i bambini sono particolarmente vulnerabili ai messaggi di marketing.
Nonostante la precisazione del social di Zuckerberg, tale questione andrebbe approfondita anche nella pratica per verificare che su Instagram Youth non vengano inseriti contenuti che, pur promuovendo un prodotto, superino i filtri messi in piedi per impedire l’accesso alla pubblicità, pensiamo ad esempio ai vari influencers e al fatto che non sempre sia chiaro quando i loro post siano o meno di tipo promozionale.
Altri aspetti da considerare sono quelli che riguardano i vasti temi della sicurezza, dal furto dei dati personali, alla pedofilia, al digital kidsapping.
Instagram Youth dovrebbe avere meccanismi rigidissimi di controllo degli accessi, per verificare che chi lo utilizza non sia in realtà un adulto “mascherato” da bambino per entrare più facilmente in contatto con i più piccoli.
Relativamente al tema della Privacy in Europa l’articolo 8 del GDPR, prevede che i bambini che non abbiano ancora raggiunto “l’età del consenso digitale” (che può essere 13 anni nei Paesi più libertari, ma può arrivare anche a 16 in quelli più restrittivi, in base alla normativa nazionale) non possano prestare il consenso al trattamento dei propri dati personali nel contesto dei servizi della società dell’informazione (ambito in cui rientra l’uso dei social) ma questo debba essere fornito dai genitori o tutori.
Abbiamo visto come, in definitiva, per quanto nobile possa essere l’obiettivo di dare ai bambini al di sotto dei 13 anni uno spazio sicuro in cui aggregarsi online, senza dover più mentire sulla propria età per accedere al social “degli adulti”, i rischi potrebbero superare i vantaggi.