Nei prossimi giorni, così come annunciato nel n°1 del 5 settembre del nostro giornale, il fatidico e per certi versi ormai dimenticato concorso a dirigente tecnico dovrebbe emanare il primo vagito con gli esiti delle prove scritte, in attesa delle grida (o dei pianti) delle successive prove orali.
Bandito nel 2008 e, dopo alterne e ingarbugliate vicende di rinvii, apertosi con le preselezioni del 2009 (al termine delle quali furono registrati sbagli e misfatti con la ingiusta, perché superficiale e avventata, esclusione di circa 250 candidati vincitori), le prove scritte per coloro che li hanno superati (ma vi hanno partecipato anche aspiranti ispettori bocciati grazie alla riserva ottenuta dal Tar) sono state svolte tra il 28 febbraio e il 1° marzo 2011 a Roma.
Quasi un anno e mezzo dunque senza notizie su quest’altra avventura concorsuale nella quale sono coinvolti poco meno di 1.450 candidati che devono contendersi però 145 posti in tutta Italia.
Le previsioni, così come ventilato al Miur, indicano nelle fine di settembre (a giorni dunque) e massimo ai primi di ottobre lo svelamento dei risultati coi nomi degli ammessi agli orali che sicuramente saranno ben pochi, tanto forse da giustificare le lungaggini della commissione incaricata delle correzioni dei compiti scritti per gli ambiti e le aree di pertinenza.
Gli ispettori, immessi nella istruzione italiana dal ministro Casati col compito di vigilare sulle scuole del Regno, dovrebbero fare parte di quella famosa “terza gamba” per tenere in piedi il tavolino della valutazione della nostra scuola e il suo funzionamento, ma avrebbero pure il compito di indirizzare e suggerire le dirigenze nella gestione dell’autonomia didattica.
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