Il nostro Paese crede sempre più nel sistema formativo degli ITS, stanziati 20milioni per strumenti e tecnologie in grado di aumentare l’offerta formativa.
E’ stato pubblicato in Gazzetta il Decreto del MISE che stabilisce i termini, le modalità e le condizioni per la concessione delle risorse che serviranno a favorire la diffusione delle competenze nell’utilizzo delle tecnologie abilitanti nell’ambito della trasformazione dell’Industria 4.0 necessarie ad “accompagnare e sostenere in modo sistematico le misure per lo sviluppo economico”.
Gli Istituti Tecnici Superiori (ITS) sono la prima esperienza italiana di offerta formativa terziaria professionalizzante secondo un sistema consolidato da alcuni anni anche in altri paesi europei.
In Italia sono nati solo nel 2010 per formare tecnici superiori in particolare aree strategiche per lo sviluppo economico e la competitività in Italia, sono di fatto scuole di alta tecnologia strettamente legate al sistema produttivo che si pongono l’obiettivo di preparare al mondo del lavoro i futuri quadri intermedi specializzati che nelle aziende possono aiutare a governare e sfruttare il potenziale delle soluzioni di Impresa 4.0.
Queste scuole sono realizzate secondo il modello organizzativo delle Fondazioni che prevede infatti la partecipazione di imprese, università/centri di ricerca scientifica e tecnologica, enti locali, sistema scolastico e formativo.
Ad oggi sono 107 gli ITS presenti sul territorio Nazionale distribuiti in 6 aree tecnologiche considerate strategiche per lo sviluppo economico del nostro Paese.
Le aree sono Efficienza energetica, mobilità sostenibile, nuove tecnologie della vita e del Made in Italy (moda, meccanica, alimentare ecc.), tecnologie dell’informazione e comunicazione e per i beni culturali.
Gli ITS permettono di acquisire a fine percorso della durata biennale o triennale, un Diploma Tecnico Superiore con la certificazione delle competenze corrispondenti al V livello del Quadro europeo delle qualifiche (European Qualification Framework).
I nuovi fondi serviranno a potenziare i progetti che puntano alla valorizzazione del sistema di istruzione fornito dagli Istituti Tecnici Superiori post diploma nati proprio con l’obiettivo di formare tecnici specializzati sulle nuove tecnologie, aumentare quindi l’offerta formativa e di conseguenza anche il numero di studenti in grado di poterli frequentare.
Lo sviluppo sempre più forte dell’Industria 4.0 richiede un forte incremento di personale specializzato e altamente qualificato, in possesso delle competenze fondamentali ed abilitanti all’utilizzo degli strumenti avanzati di innovazione tecnologica, di nuovi processi dell’organizzazione 4.0.
Le competenze sulle nuove tecnologie sono necessarie, inoltre anche per sostenere lo sviluppo economico e la competitività produttività del nostro sistema Paese che altrimenti faticherà a trovare un posto in prima fila sia in ambito UE che a livello mondiale.
Sono ammissibili alle agevolazioni gli ITS che abbiano attivato almeno un percorso che prevede l’utilizzo di tecnologie abilitanti 4.0 e aver ottenuto un punteggio pari o superiore a sessanta in oltre la metà dei percorsi valutati negli ultimi due rapporti del “Monitoraggio nazionale degli ITS”, effettuato da Indire e ministero dell’Istruzione, e non aver ricevuto altri contributi pubblici per le spese oggetto della presente agevolazione. In particolare, come si legge nel decreto, l’agevolazione è concessa nella misura del 50 per cento delle spese ammissibili in beni strumentali, materiali e immateriali che abbiano ovviamente caratteristiche coerenti con l’uso delle tecnologie abilitanti e funzionali ai processi legati ai processi di innovazione tecnologica 4.0.
I bonus serviranno anche per l’acquisto di macchinari, impianti, programmi informatici e servizi per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione per l’attivazione dei corsi di “distance learning”.
Gli ultimi dati rilevano un tasso di occupazione del 83% di chi esce da queste scuole segno che il tipo di formazione va in direzione delle reali esigenze di mercato, un’offerta formativa nuova e sempre rinnovata su ambiti in pieno sviluppo. Investire su queste scuole non solo ha senso per lo sviluppo produttivo di questo Paese ma anche per aiutare ad entrare i ragazzi nel mondo del lavoro che in questo caso significa farlo dalla porta principale.
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