Mentre si attende che il Miur pubblichi sul sito dedicato agli esami di stato i nomi dei commissari esterni, attorno al cui ritardo fra l’altro si sono intessuti misteriosi segreti, svelati da più o meno credibili indiscrezioni, alcuni siti di studenti pubblicano le biografie dei professori, con le preferenze e le accidie, le debolezze e le volubilità, i languori e le cime tempestose, tutti suggeriti dai loro stessi alunni che ne hanno tracciato i profili, rilasciandoli poi ai siti dedicati ai “cerca prof” appunto.
Una sorta di database online, in altri termini, di migliaia, sembra di capire, di insegnanti, descritti per tipologia e metodo in modo da non farsi trovare impreparati almeno sulle caratteristiche psicologiche e culturali dei docenti che esamineranno i candidati alle prossime prove. Una sorta di carta toponomastica dell’anima, una specie di mappa psicologica verosimile, forse, della tipologia di quel tale professore e di quella tal’altra docente. E non è, per la prima volta nel panorama edonistico del nostro Paese, l’aspetto fisico che interessa (palestrato/a, affascinante, elegante, bello/a ecc.), ma quello metafisico, trascendete, introspettivo, psichico: l’anima intima del docente insomma, il cui corpo, di cui poco interessa appunto sapere, si siederà, volto contro volto e occhio contro occhio, dall’altra parte della cattedra.
Noi per nostro conto, anche perché non si sa mai, diamo dei suggerimenti sulle richieste che ci sono all’estero di laureati e diplomati e in modo particolare di ingegneri, architetti, disegnatori tecnici, medici e infermieri ma anche programmatori di software, contabili, venditori, personal assistant, così come li abbiamo trovati sul Sole24Ore.
La gamma è vasta, dice il giornale della Confindustria, e i numeri elevati: in Germania mancano all’appello 950mila posti di lavoro che le imprese, manifatturiere e dei servizi, non riescono a coprire; in Gran Bretagna ci sono mezzo milione di posizioni vacanti, quasi tutte nei servizi. Accanto ai giganti, anche i Paesi del Nord Europa hanno sete di lavoratori specializzati (67mila in Norvegia, 17mila in Danimarca, 16mila in Svezia). Se poi si varca l’Oceano, l’Australia concede fino a 100mila visti all’anno al personale qualificato, altrettanti ne assegnano gli Stati Uniti. Intanto nel Sud dell’Europa, Italia compresa, la disoccupazione raggiunge record da emergenza, persino tra i laureati.
Ma la mobilità interna alla Ue resta bassa, nonostante nella banca data di Eures, il portale del lavoro comunitario, ci siano 1,3 milioni offerte di lavoro. Ai giovani (e meno giovani) che siano disposti a partire per inseguire il proprio sogno lavorativo, il Sole 24 Ore, e noi con lui, cerca di offrire una radiografia delle opportunità ai quattro angoli del mondo completa di requisiti, database delle offerte e normative sull’immigrazione.
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