In aumento i bimbi rom che studiano, ma alle superiori va l’1%
E’ in deciso aumento il numero di bambini rom che frequentano le scuole italiane: lo scorso anno scolastico ha raggiunto la cifra record di 17.458, mentre l’anno precedente erano il 36% in meno (12.816). I dati inediti, forniti del Ministero dell’istruzione, università e ricerca, sono stati pubblicati il 4 luglio da “Vita Non profit magazine”: secondo i curatori del servizio l’incremento riguarda le etnie principali, sinti e camminanti, ed è una diretta conseguenza del “primo anno dell’emergenza rom” nel nostro Paese.
Rispetto all’anno precedente l’incremento maggiore si è avuto nella scuola primaria (con un +46%); più modesto, anche se costante, l’aumento delle iscrizioni alla scuola materna. Il livello di crescita non è però uniforme, ma riguarda essenzialmente la scuola primaria e secondaria inferiore: nell’anno scolastico 2006/07 alla scuola dell’infanzia erano iscritti 3.136 bimbi rom; 9.595 alla scuola primaria; 4.398 alla scuola secondaria di primo grado ed appena 329 alla scuola secondaria di secondo grado. E’ evidente, quindi, come la maggior parte delle famiglie rom avalli la frequenza scolastica dei propri figli fino ai 12-13 anni.
Tanto che solo il 46% di chi ha frequentato la scuola primaria si iscrive alla scuola secondaria di primo grado, mentre alla secondaria di secondo grado arriva un modestissimo 3,4% di chi ha iniziato la scuola dell’obbligo. Segno evidente che la tradizione rom continua a prevalere anche sull’obbligo formativo, portato a 16 anni. Una “ostinazione” che arriva anche leggendo i dati contenuti nel Piano nazionale dell’infanzia 2008/09: in Italia sarebbero almeno 35mila i rom fra i 6 e i 14 anni e addirittura 70 mila quelli con meno di 18 anni. Ne consegue che va a scuola solo un ragazzo rom su due con meno di 14 anni. E solo uno ogni cento in età adolescenziale.