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In aumento il numero di alunni stranieri

Provengono indifferentemente dai quattro Continenti, rappresentanoil 4,1% della popolazione scolastica totale, frequentano soprattutto le scuole tecniche e professionali anche se una buona parte aspira a diventare da grande medico, ingegnere, economista, farmacista. E’ l’identikit dello studente straniero tracciato dal “Centro Studi Sintesi” di Venezia che ha analizzato le caratteristiche della formazione scolastica extracomunitaria in Italia. Lo studio è stato presentato il 14 luglio nel capoluogo veneto ed ha fatto emergere dati davvero interessanti ed indicativi su una realtà che negli ultimi dieci anni (dal 1995 al 2005) è “lievitata” di oltre sei volte (618,5%), mentre negli ultimi venti anni si è allargata in maniera esponenziale facendo registrare un incremento di quasi quarantotto volte.
Si tratta di informazioni che dovrebbero far riflettere sull’andamento demografico e culturale del nostro Paese: mentre, infatti, il numero complessivo di studenti nell’ultimo ventennio si è ridotto, a causa principalmente del crollo demografico, la presenza di stranieri ha raggiunto livelli da record. Gli studenti non italiani che frequentano le nostre scuole provengono in maggioranza da alcune nazioni: Albania, Marocco, Romania, ex-Jugoslavia e Cina. Sono concentrati prevalentemente in Emilia Romagna, in Umbria, nel Veneto e nelle Marche.
Ma da dove provengono questi studenti? Oltre il 40% degli alunni stranieri proviene dalle regioni dell’Europa non facenti parte dell’Unione Comunitaria. Una percentuale rilevante è di appartenenza africana (25,4%) e in parte anche asiatica (14,8%), mentre coloro che giungono dalle americhe e da altri paesi dell’Ue sono appena l’11,9% e il 4,7% del totale degli alunni con cittadinanza non italiana. Nello scorso anno scolastico la nazionalità più rappresentata è stata l’Albania con una quota del 16,7%, seguita a ruota dal Marocco (14,4%) e dalla Romania (11,5%). I cinesi, che si trovano nella graduatoria dopo i cittadini della ex Jugoslavia, sono ancora una percentuale abbastanza ridotta (5,2%), ma rispecchiano fedelmente la presenza complessiva dei soggetti di questa nazionalità regolarmente residenti in Italia: 4,7%.
Sebbene gli alunni stranieri rappresentino il 4,1% della popolazione scolastica totale esistono delle differenze sostanziali tra regione e regione: gli studenti non italiani risultano infatti più concentrati in quelle zone dove la presenza straniera è più evidente, ossia in quelle aree dove il contesto socio-economico ha permesso una maggiore integrazione dell’immigrato e della sua famiglia. Si tratta delle aree settentrionali del nostro Paese e di alcune regioni centrali: in Emilia Romagna, in Umbria, nel Veneto e nelle Marche la presenza di alunni stranieri supera abbondantemente la media nazionale di quasi tre punti percentuali: per ogni 100 alunni, ve ne sono infatti, rispettivamente, 8,4, 7,8 e 7 per le ultime due regioni.
Nel 2004/05 la maggior parte degli alunni stranieri iscritti regolarmente ai corsi ha frequentato la scuola primaria (40%); a quelle dell’infanzia (20,2%); alla secondaria di primo grado il 23,3%. Confrontando queste distribuzioni con quelle relative all’intera popolazione studentesca, si osserva come, proporzionalmente, gli stranieri siano concentrati maggiormente nelle scuole dell’obbligo, mentre rimane molto modesta la loro presenza negli istituti superiori. Per questi ultimi infatti la presenza scende addirittura al 2,2% del totale, a dimostrazione di come gli adolescenti preferiscano affacciarsi anticipatamente rispetto ai propri compagni italiani al mondo del lavoro. E anche quando gli studenti stranieri frequentano le scuole superiori, si osserva comunque come essi siano maggiormente concentrati negli istituti professionali (41,2%) e in quelli tecnici (37,3%): a testimonianza ulteriore che per questi ragazzi la priorità è sempre quella del lavoro, prima ancora della cultura.
 
Alessandro Giuliani

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