La proposta è semplice e radicale, scrive Il Sole 24Ore, quella di sostituire l’obbligo scolastico con l’obbligo di competenza. L’assolvimento dei 9 anni previsti dall’ordinamento austriaco non è più una garanzia sufficiente a sfornare giovani preparati alla vita lavorativa.
Anche in Austria gli studi PISA hanno evidenziato falle nella preparazione degli adolescenti: il 7% degli austriaci e il 26% dei migranti, presenta diffuse deficienze, in particolare nella lettura, nella scrittura e nella matematica, perduranti fino all’età di assolvimento dell’obbligo scolastico.
E là dove gli studenti decidono di non continuare gli studi “si immettono nel mondo del lavoro senza le competenze di base. Una situazione che porta i nostri giovani direttamente dalla scuola alla disoccupazione”.
Da qui, la proposta di restare a scuola fino a tre anni supplementari, per imparare ciò che non è stato appreso nelle competenze centrali. Si pensa inoltre, scrive sempre Il Sole 24Ore, che il cambiamento di paradigma verso un generale obbligo di competenza, avrebbe l’effetto positivo di motivare maggiormente gli studenti privi di reali difficoltà di apprendimento, ma svogliati o inclini a barcamenarsi: onde non essere costretti a restare a scuola, si deciderebbero ad offrire in tempo utile prestazioni più adeguate.
Mentre l’opposizione definisce la proposta una sorta di certificazione di un sistema scolastico fallimentare, che andrebbe emendato in ingresso invece che all’uscita del percorso di formazione, Camera del Lavoro e sindacati si sono dichiarati favorevoli e hanno ipotizzato corsi di studio supplementari, oltre che in tedesco e matematica, anche in inglese.
Più in là si è spinto il pool di esperti che ha preparato il nuovo rapporto austriaco sull’Integrazione, proponendo di innalzare senza eccezioni l’obbligo scolastico a 18 anni.