Al grido “la ricreazione non si tocca“, gli studenti dell’istituto tecnico piemontese di Ciriè hanno saltato la scuola per protesta contro le circolare diramate per congelare il passeggio durante la ricreazione. La direzione didattica aveva infatti sospeso il permesso per andare in cortile, vietato attardarsi nei corridoi o ai bar. Rigide norme anche per l’accesso al bagno, uno alla volta o accompagnati per evitare di fare salotto con la scusa di aver bisogno dei servizi igienici.
La preside ha emanato una circolare, lo scorso 13 ottobre, in cui si regolamenta l’intervallo tra le lezioni. Si autorizzano 2 “pause merenda” nell’arco della mattinata: lunedì martedì e giovedì dalle 9.50 alle 10.00 e dalle 11.50 alle 12.00, l’altra, mercoledì e venerdì dalle 9.40 alle 9.50 e dalle 12.20 alle 12.30. Le pause merenda, si legge testualmente nella circolare, “costituendo parte integrante dell’attività didattica, devono svolgersi alla presenza del docente nella cui ora sono previste. Durante le pause merenda gli alunni devono restare nelle rispettive classi sotto la vigilanza del docente dell’ora di lezione. Il docente potrà consentire l’uscita dall’aula e non dall’edificio scolastico di massimo tre allievi per volta. E’ consentito consumare “la merenda” in classe avendo cura di riporre i rifiuti nell’apposito cestino. E’ fatto obbligo a tutto il personale, docente ed ATA, far rispettare tale disposizione, eventuali inadempienze, oltre che costituire ipotesi di culpa in vigilando ai sensi dell’ art. 2048 del c.c., saranno oggetto di procedimento disciplinare”.
Una decisione – precisano gli studenti – “senza un confronto con noi, che non abbiamo ancora nemmeno eletto i nostri nuovi rappresentanti. Vogliamo solo incontrare la preside e cercare di confrontarci per poter ottenere delle condizioni differenti su come trascorrere i dieci minuti della pausa che sono molto importanti”. Gli alunni affermano che questo provvedimento limiti le libertà individuali e chiedono che venga sospeso fino al 26 ottobre, quando ci saranno le elezioni dei nuovi rappresentanti d’istituto.
Dopo la protesta ci sarebbe stata un’apertura da parte della preside, disposta alla mediazione senza però venir meno alla tutela dell’incolumità degli studenti e alle clausole contrattuali del personale docente e di quello Ata. La soluzione che accontenterebbe tutti sarebbe quella di trovare la disponibilità dei docenti a vigilare i giovani.
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