La Calabria si trova di fronte a una crisi scolastica senza precedenti, con una riduzione/taglio di 79 autonomie scolastiche (11 in provincia di Vibo Valentia) una decisione presa a Roma, ma che ha lasciato la regione in uno stato di shock e di disapprovazione generale tra i ben pensanti e gli addetti seri ai lavori.
Nonostante le proteste di Sindaci, genitori e personale della scuola sembrerebbe che la politica e i sindacati non si muovano abbastanza per contrastare o contenere questa decisione che va per la Calabria e per Vibo contro lo sviluppo socio-economico.
L’Assessora regionale e Vice Presidente regionale, la DS Princi, ha cercato e cerca di opporsi (oggi anche con il rinvio delle proposte per meglio fare decidere!!) e di rimediare a questa decisione romana, lavorando instancabilmente sia a Roma che in Calabria per ottenere il mantenimento di autonomie scolastiche nelle zone disagiate, montane e a forte dispersione – nel rispetto dei numeri e dei criteri nazionali – e, soprattutto, delle linee e indirizzi regionali approvati.
Tuttavia, il silenzio e l’assenza a volte degli altri politici e non solo, anche a livello nazionale e locale, hanno lasciato un vuoto di sostegno alla opera meritoria, per alcuni aspetti, dell’Amministrazione regionale. La situazione socio-economica della Calabria, già in grave crisi, rischia comunque di peggiorare ulteriormente a causa delle conseguenze di questa decisione calata dall’alto. Le scuole, già in condizioni precarie, potrebbero subire ulteriori danni e non solo sul funzionamento.
La gestione dei cambi di incarico, i mancati movimenti interregionali e la negazione di nuove assunzioni/nomine in ruolo dei dirigenti scolastici calabresi e non in graduatoria nazionale con le 80 reggenze operate dall’USR è divenuta ancora più problematica. La Calabria da oltre seicento autonomie negli anni duemila passerà a meno di trecento Istituzioni autonome nel 2023/24, una riduzione drastica che metterà in luce la gravità della situazione.
La regione ora attende con ansia una risposta SERIA dai territori.
Giovanni Policaro