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In Cile la protesta degli studenti

La Confederación de Estudiantes de Chile (Confech), una grande associazione studentesca cilena, ha organizzato una nuova manifestazione per chiedere al governo di accelerare la riforma dell’istruzione promessa durante la campagna elettorale dalla presidente Michelle Bachelet.

Il sistema scolastico cileno era stato in larga parte privatizzato sotto la dittatura di Augusto Pinochet e ancora oggi rispecchia le profonde disuguaglianze sociali del paese: solo i figli delle famiglie benestanti possono frequentare le scuole migliori, che sono private, mentre i figli di quelle più povere devono accontentarsi delle scuole pubbliche, spesso malandate a causa dei pochi finanziamenti. Il sistema fiscale del Cile favorisce inoltre le università private mentre non prevede alcun fondo specifico per l’istruzione tra quelli destinati ai comuni, che si devono occupare dell’educazione pubblica. Molte sono state le proteste studentesche in favore di una riforma del sistema scolastico che favorisse la scuola pubblica

 

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La presidente  socialista Michelle Bachelet, scrive Il Post,  durante la campagna elettorale aveva presentato un programma molto ambizioso che oltre a nuove politiche sull’aborto comprendeva una riforma tributaria per destinare più risorse al sistema dell’istruzione. La proposta prevedeva un sistema educativo più inclusivo che riducesse la segregazione tra le diverse classi sociali, e definiva l’istruzione un “diritto sociale” che doveva essere necessariamente gratuito.

Ma finora, sostengono gli studenti che le riforme non sono abbastanza ambiziose e che procedono a rilento (a causa di un’economia stagnante, secondo il governo): chiedono maggiori finanziamenti agli studenti che spesso devono far ricorso a dei prestiti, l’accesso gratuito all’università e che le scuole pubbliche, ora gestite e finanziate a livello municipale, passino sotto il controllo del governo nazionale.

Pasquale Almirante

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