Fanno riflettere e fanno anche paura le notizie che arrivano in questi giorni dalla Cina, dove sembra essere in risalita il numero dei casi di Covid conclamati. Ma ciò che colpisce di più, è che in pochissimi giorni le scuole in molti distretti hanno chiuso i battenti, per tornare alle lezioni a distanza. Come emerge dal social media WeChat, già da lunedì di questa settimana molte scuole primarie e secondarie sono già nella didattica a distanza. Si è tornati in sostanza alle misure di prevenzione degli scorsi anni. Le lezioni in presenza sono sospese fino al 17 gennaio, quando comincerà il nuovo anno lunare e quindi le vacanze.
Aumentano infatti i casi di COVID a Pechino, dove sono già numerose le persone in coda per acquistare medicinali nelle farmacie della capitale e sulla stampa internazionale si legge che i casi sono in aumento da quando, la settimana scorsa, la Cina ha abbandonato alcune delle restrizioni più severe al mondo e si teme che il Covid possa diffondersi rapidamente tra gli 1,4 miliardi di abitanti del Paese durante le festività del nuovo anno lunare del mese prossimo. Le autorità sanitarie hanno anche messo fine ai test di massa e ai test regolari obbligatori che erano i pilastri della politica cinese di monitoraggio e prevenzione. In seguito all’abbandono della strategia “zero Covid“, si è verificata un’esplosione di casi autodenunciati in tutto il Paese, con molte città stranamente silenziose mentre un gran numero di persone ha scelto di isolarsi a casa, per paura ovviamente di ammalarsi di Covid o cercando di evitare il contagio.
Si teme che l’infrastruttura sanitaria cinese non sia pronta a far fronte a un rapido aumento dei pazienti, soprattutto perché il Covid si diffonde tra gli anziani, molti dei quali non sono completamente vaccinati.
Ricordiamo che la Cina è stato il primo Paese a trasferire online l’istruzione primaria e secondaria formale nazionale nel gennaio del 2020. Il Ministero dell’Istruzione cinese (MOE) ha definito allora il movimento “insegnamento e apprendimento senza sosta” e “l’apertura della scuola è ritardata, ma l’apprendimento è in programma”. Ne è scaturita la più grande iniziativa di insegnamento e apprendimento online della storia, con il maggior numero di corsi online e la più grande partecipazione di insegnanti e studenti mai registrata.
Il comunicato emanato all’inizio di questa settimana dalle autorità scolastiche cinesi nei vari distretti afferma che le misure sono state adottate per proteggere la salute di insegnanti e studenti, in linea con le attuali misure di prevenzione del coronavirus. La decisione significa che sono numerose le scuole del Paese che saranno chiuse per l’apprendimento in presenza fino alla fine del trimestre, a metà gennaio 2023.
Gli studenti e i bambini che non dispongono di un’assistenza alternativa possono chiedere di frequentare la scuola.
La municipalità della città cinese di Guangzhou, una metropoli meridionale che ospita quasi 19 milioni di persone, ha già effettuato a fine novembre un blocco di cinque giorni per il distretto più popoloso di Baiyun, sospendendo i servizi di ristorazione e chiudendo i locali notturni e i teatri nel principale quartiere degli affari. Le scuole di Pechino sono passate da qualche settimana alle lezioni online, mentre le autorità combattono contro i numerosi focolai di COVID-19 in tutto il Paese. Shanghai ha già chiuso da questa settimana la maggior parte delle scuole.
Diverse sono state le reazioni: alcuni utenti cinesi dei social media hanno lodato la decisione, concordando sul fatto che è meglio che gli studenti rimangano a casa. Altri si sono lamentati dell’efficacia dell’apprendimento online rispetto all’insegnamento di persona e dell’ulteriore pressione che grava sui genitori che lavorano.
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