In una scuola media cinese, nella città di Hangzhou, sono state installate sopra le lavagne delle telecamere per riconoscere il livello di attenzione dei bambini. In Cina la videosorveglianza entra pure in classe. Vietato, dunque, distrarsi in classe.
La videosorveglianza non riguarda solo la scuola, ma diversi ambienti della società cinese: nulla sfugge all’occhio dello Stato tramite telecamere, riconoscimento facciale e vocale, censura in rete e controllo dei social network.
I siti stranieri, come quello del New York Times, di Le Monde e del Wall Street Journal, sono irraggiungibiili dai server cinesi, nemmeno tramite Vpn.
Google e Instagram sono bloccati dal 2014, Facebook dal 2009.
Secondo una ricerca del centro studi inglese Ihs Markit, resa nota dicembre scorso, nel 2016 in Cina erano già presenti 176 milioni di telecamere di sorveglianza: entro il 2020 ne verranno installati altri 450 milioni.
Entro il 2020 ci sarà un sistema di “credito sociale”, come spiega il quotidiano francese Libération, che valuterà le azioni reali e virtuali di tutte le persone. Premi o ammende, a seconda del proprio comportamento in rete e nella vita di tutti i giorni.
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