A venti giorni dalla fine delle lezioni, almeno nella maggior parte delle regioni, si riaccende la polemica sull’obbligo delle mascherine a scuola. A dire il vero ad alimentarla sono soprattutto gli schieramenti politici, con la scienza che in larga parte conferma la posizione di prudenza.
Tra i più possibilisti per eliminare l’obbligo figura ancora il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, il quale si è detto “convinto che soprattutto durante le lezioni, quando ragazzi e bambini sono seduti al proprio posto, si possano togliere le mascherine. Mi auguro ci possa essere lo spazio per fare una riflessione, pur se siamo vicini alla scadenza dell’anno scolastico”, ha sottolineato Costa.
Poi il sottosegretario ha aggiunto: “Vi sono altre situazioni in cui ci sono tante presenze e non è più prevista la mascherina. Anche per una questione di coerenza, credo si debba fare questa riflessione”.
A spingere per far cadere l’obbligo era stato il giorno prima anche Rossano Sasso, sottosegretario all’istruzione, che ha chiesto di indossarle solo negli spostamenti e quindi lontano dai banchi della classe.
Interpellato dall’Ansa, conferma tutto: “Mi auguro che almeno l’esame di maturità possa svolgersi senza l’obbligo delle mascherine”.
Sasso ha detto che “tra fine giugno e inizio luglio le alte temperature renderebbero davvero difficile la situazione tanto per gli studenti quanto per gli insegnanti. I protocolli attualmente in vigore scadono esattamente tra un mese e non avrebbe senso riproporli anche successivamente: sarebbe una decisione esclusivamente politica, senza basi scientifiche”.
Della questione presto si occuperanno anche i giudici. Perché il Codacons ha annunciato il deposito al Tar del Lazio di un ricorso amministrativo, chiedendo la sospensione degli atti del Governo che impongono agli studenti di utilizzare la mascherina a scuola fino al termine dell’anno scolastico.
L’associazione di consumatori parla di “manifesta sproporzione” del provvedimento e di “illegittima disparità di trattamento” tra luoghi pubblici.
“Nei luoghi di lavoro, pubblici e privati (tranne che in ospedali e Rsa) – scrive il Codacons – non è stato prorogato l’obbligo di utilizzo delle mascherine, che resta invece in vigore nelle scuole italiane fino alla fine dell’anno scolastico ‘fatta eccezione per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso dei predetti dispositivi e per lo svolgimento delle attività sportive'”.
Il Codacons sostiene che “è una situazione del tutto paradossale. Gli studenti sono obbligati di giorno ad indossare la mascherina, pur sedendo distanziati ai banchi, ma possono toglierla la sera per andare al pub o in discoteca e trascorrere il tempo assembrati”; e “si tratta di una illegittima disparità di trattamento”.
Secondo l’associazione guidata da Carlo Rienzi, quindi, siamo di fronte ad “un eccesso di potere, connotato dalla contraddittorietà di un atto amministrativo che oggi, con l’arrivo del caldo nelle aule scolastiche, appare addirittura punitivo verso gli studenti (come pure i docenti e tutto il personale scolastico n.d.r.), costringendoli alla ‘tortura’ della mascherina a scuola”.
Scienziati e virologi, di contro, sono schierati per mantenere l’obbligo. Fa eccezione l’infettivologo genovese Matteo Bassetti, il quale ricorda che “rimaniamo l’unico Paese o uno dei pochi con l’obbligo della mascherina a scuola. Il ministro della Salute afferma che è la scienza che decide ma mi spiace contraddirlo”.
Bassetti ricorda che “gli altri Paesi non la usano più a scuola, a teatro, al cinema, sugli aerei. E da noi invece si continua imperterriti. Non ci sono dati certi sul ruolo che le mascherine hanno avuto nel ridurre la trasmissione del contagio nelle scuole”.
“Vaccinazioni, finestre aperte, lavaggio delle mani, distanziamenti e molti altri fattori potrebbero aver svolto un ruolo anche più importante. Quindi non c’è alcuna evidenza scientifica”.
Decisamente favorevoli all’uso della mascherina a scuola sono gli altri esperti. Ad iniziare da Fabrizio Pregliasco, virologo della Statale di Milano, che adotta un ragionamento in apparenza logico: “Siamo arrivati fin qui facendo 90, facciamo 100”.
“Rimango dell’idea – ha spiegato Pregliasco – che le mascherine sono servite a garantire la didattica in presenza, e a ridurre la diffusione quando si registravano 1-2 casi in classe. Ormai ci siamo quasi – rileva – è giusto riprenderci la nostra vita ma è necessario un ultimo, piccolo sforzo”.
Anche il noto virologo milanese ritiene che occorra “più flessibilità”, invece, per i prossimi esami di scuola media e di maturità: “potremo decidere un allentamento delle misure se i dati sui contagi miglioreranno”.
Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro della Salute Roberto Speranza sostiene però che “con varianti di Sars -Cov-2 così contagiose come quelle che stanno emergendo, è opportuno e necessario essere ancora cauti. Le coperture vaccinali nelle scuole sono bassissime, non arrivano al 40%, e servirebbe sicuramente aumentarle, bisogna quindi continuare a portare la mascherina fino alla fine dell’anno scolastico”, perché “in spazi chiusi, con un virus più contagioso e in spazi limitati, il rischio di infettarsi è alto”.
Secondo Ricciardi “non bastano le finestre aperte”, perchè “per combattere questo virus serve applicare più misure contemporaneamente. La prima, quella più importante, è la vaccinazione dei bambini per la quale vanno aumentate le coperture. La seconda è quella dell’uso delle mascherine, seguita da aerazione, distanza sociale, igiene“.
Ma tranne l’uso delle mascherine e del gel, nelle scuole non sono mai stati attuati degli interventi strutturali per favorire l’aerazione (con sistemi meccanici) e nemmeno il distanziamento (con il numero di alunni per classe, anche sopra i 27, rimasto inalterato e gli spazi ristretti della maggior parte delle aule rimasti immutati).
“Alla fine di maggio mancano meno di 15 giorni. Mi chiedo perchè togliere l’obbligo delle mascherine quando i contagi, specie tra gli adolescenti, sono ancora tanti”, è la conclusione di Massimo Ciccozzi, epidemiologo del Campus Bio-medico di Roma.
Se i contagi si abbasseranno “al 10% ai primi di giugno allora potremo ragionare sull’eliminazione di quest’obbligo. Ed è sempre la scienza a dirci che se non si mantiene la distanza bisogna proteggersi con la mascherina”.
Ciccozzi ammette di “odiare personalmente la mascherina, perchè mi dà fastidio specialmente con il caldo e non fa riconoscere le persone”, tuttavia “quando serve va messa, ed è necessaria particolarmente in questo momento in cui prevale la variante Omicron che è contagiosissima”.
La scuola, infatti, osserva, “è un ambiente chiuso, anche se ora, con il caldo, si possono tenere sempre aperte le finestre”, e come tutti gli ambienti chiusi “se vi si soggiorna, bisogna proteggersi”.
Intanto, a proposito dell’uso della mascherina in aereo. l’Ente nazionale aviazione civile (Enac), nelle sue linee guida, ha spiegato che la Ffp2 resta obbligatoria “per i passeggeri e gli equipaggi dei voli operanti su territorio nazionale” (la cui tratta preveda pertanto origine e destinazione in Italia)”.
Sembra proprio che nei luoghi chiusi e dove la distanza fisica è limitata (come la scuola), la mascherina debba rimanere ben salda in volto almeno per qualche altra settimana.
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