Eppure, sottolinea l’Istat, avrebbero bisogno estremo di lavorare per far fronte alle crescenti difficoltà economiche, ma sarebbero troppe le barriere normative e i ritardi nelle politiche attive del lavoro che ne ostacolano l’ingresso. E infatti, solo il 2,7% dei giovani trova lavoro rivolgendosi ai centri per l’impiego, mentre negli altri Paesi europei l’occupazione si trova tramite la rete informale delle conoscenze (38%).
Il Sole 24 Ore suggerisce a questa proposito che l’abolizione delle Province, se andrà in porto, potrebbe rappresentare l’occasione per ripensare la governance dei servizi pubblici per l’impiego.
“Serve una profonda riforma dei centri per l’impiego con una collaborazione tra pubblico e privato per favorire, in una logica di sussidiarietà, l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, con un ruolo maggiore affidato alle scuole, le università, gli enti bilaterali. Altrimenti è destinato a restare lettera morta anche il piano Youth Guarantee: a partire da gennaio Bruxelles rende disponibile 1,5 miliardi nel biennio 2014-2015, a condizione che venga assicurata ai giovani un’offerta di lavoro entro quattro mesi dalla fine della scuola”.
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