DaD tra zoomers e boomers: che significa? La Didattica a distanza, nella formula della DaD o della DDI, ha messo a nudo le differenze tra le generazioni degli studenti e degli insegnanti di fronte alla tecnologia, un tema su cui anche la comica Teresa Mannino nei giorni scorsi ha espresso la sua con l’ironia che la caratterizza.
Un argomento che non sfugge neanche alla sociologia, all’antropologia, all’etnografia. Nell’ambito di queste discipline infatti la popolazione è stata segmentata, a livello anagrafico, in base al modo in cui si relaziona ai nuovi media e ai nuovi strumenti tecnologici. Ecco come sono nati e si sono imposti certi termini, già diventati cult, specie sul web e tra i più giovani, assumendo i tratti di vere e proprie categorie antropologiche.
Zoomers sono i giovanissimi, ragazzini che da due anni a questa parte sono diventati protagonisti dei meeting su zoom (da cui zoomers) o su piattaforme virtuali analoghe, alternative ai luoghi di incontro fisici. È la generazione Z, i nati tra il 2000 e il 2010. Dai ventunenni ai bambini di undici anni.
È la prima generazione mobile-first della storia. Il cellulare, in altre parole, è il primo strumento che si trovano ad avere per le mani da piccolissimi, e il primo a scoprire, prima di qualunque altro strumento, prima ancora dei giocattoli, alle volte.
Sono la social & selfie generation. Uno studio del Global Web Index mostra che il 97% degli appartenenti alla Generazione Z possiede uno smartphone e che per 7 utenti su 10 questo rappresenta il mezzo prediletto per collegarsi a Internet. I giovanissimi passano connessi a Internet da mobile quasi 3 ore e 40 minuti al giorno, 50 minuti in più della media globale.
Sono i cosiddetti Millennials, nati tra il 1980 e il 2000: insomma i quarantenni di oggi. Mostrano dimestichezza con il digitale ma non con i social, che apprezzano meno. Una generazione caratterizzata da un forte senso di precarietà. Chiamati in senso dispregiativo bamboccioni.
Sono i nati tra il 1965 e gli anni ’80, che hanno quindi un’età compresa tra i 56 e i 41 anni. Hanno vissuto eventi storici epocali come la caduta del muro di Berlino e la fine della guerra fredda. L’espressione “X” nasce nel 1991 da Doug Coupland nel famoso romanzo Generazione X. Vengono dopo i Boomers e restano “schiacciati” tra il sogno americano e l’incubo delle Torri gemelle.
Sono i nati negli anni del baby boom, tra il 1946 e il 1964, anni di esplosione demografica ma anche di grande sviluppo e benessere economico.
In realtà, per tornare alla scuola, molti dei boomers sono docenti in pensione, mentre la maggioranza degli insegnanti in servizio appartiene alla generazione X. Tuttavia spesso gli alunni continuano a usare nei confronti degli insegnanti l’espressione boomers, a indicare un tipo di persona con atteggiamenti di diffidenza o astio nei confronti dei social e delle tecnologie; o con attitudini moraliste, facili al giudizio preconcetto nei confronti di youTuber o influencer.
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