“Da qui al 2050 le stime parlano di un possibile calo demografico del 17%” e dunque, secondo la Fondazione Agnelli, si prevede un calo del 13%-11% di studenti tra i 3 e i 18 anni, che dagli attuali circa 9 milioni scenderanno a 8 milioni 8 (tra 7.796.000 e 8.360.000 al 1° gennaio 2028).
Italia Oggi riporta le stime della Fondazione, rilanciante coi dati Istat
I bambini tra i 3 e i 5 anni, infatti, diminuiranno ovunque già da oggi, portando nel 2028 a una riduzione di 6.343 sezioni delle materne a livello nazionale, a regole vigenti.
Tra 9 anni al Nord i bambini alle materne saranno il 14% in meno, passando da 755.000 a 597.000-700.000. Anche al Centro si avrà -14% di piccoli alunni da 325.000 a 257.000-301.000. Mentre il calo sarà addirittura del 17% al Sud, dove gli alunni della materna scenderanno da 562.000 a 403.000-502.000.
La diminuzione maggiore sarà in Sardegna con addirittura un -20%. Seguita, a distanza, da Campania a -15%, Umbria a -13%, Calabria, Basilicata, Marche ed Emilia Romagna a -12%, Puglia, Molise, Veneto, Piemonte a -11%, Toscana ed Abruzzo a -10%. Inferiore alle altre regioni del Sud il calo in Sicilia: -9%. La stessa percentuale del Friuli Venezia Giulia. Mentre -8% lo registreranno Lombardia, Lazio, Liguria e Valle d’Aosta.
Unico segno positivo in Trentino Alto Adige, dove gli studenti della materna aumenteranno dell’1%, pari a 18 classi in più. Nel resto del Paese diminuiranno le classi, arrivando in Campania addirittura -945, in Lombardia a ben -860. Seguite da -548 sezioni in Emilia Romagna, -536 in Veneto, -484 nel Lazio, -461 in Puglia e -448 in Puglia.
Di fatto, il 34,1% delle totale classi che si perderanno si troveranno al Sud, pari a 2.165. Il 41,5% al Nord, con 2.643 sezioni in meno. E il 18,7% al Centro, pari -a 1.188 classi. La variazione del numero delle classi si traduce in variazione del numero di posti nelle materne. Le previsioni, a regole vigenti, per il 2028 sono di 12.600 posti in meno.
Rallenterà sia la mobilità sia il turnover, ma ne guadagnerebbe lo Stato che ne avrebbe un risparmio di 402 milioni di euro annui per la sola scuola dell’infanzia.
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