A scuola, in Italia, ci sono sempre meno alunni. Ormai si sa, si tratta di qualcosa di assodato. Ma vedere i numeri esatti relativi a questa vera e propria diaspora di studenti fa quasi impressione. Dai dati raccolti da Tuttoscuola si comprende subito che questo fenomeno ha assunto decisamente dei caratteri preoccupanti.
In questi giorni di rientro a scuola sono poco più di 8 milioni, secondo la proiezione di Tuttoscuola (8.016.288), tra scuola statale e paritaria, gli studenti che stanno tornando sui banchi. Si tratta di un numero decisamente e clamorosamente basso rispetto al passato, figlio di una tendenza che non promette nulla di buono.
La rivista ha costruito una vera e propria progressione, confrontando i numeri degli studenti in aula ogni anno con il numero di abitanti di grandi città italiane, dando così un’idea più chiara del fenomeno: in sintesi, in un anno abbiamo perso la popolazione scolastica delle province di Firenze e Grosseto (-147 mila alunni), in due anni più di quelle di Bari e Brindisi (-286 mila), in tre anni quasi quella delle intere Calabria e Abruzzo (-417 mila), in cinque anni abbiamo perso la popolazione scolastica delle affollatissime province di Napoli e Caserta (-594 mila alunni) e in dieci anni addirittura quella dell’intera Campania, la seconda Regione italiana dopo la Lombardia per abitanti e numero di studenti.
Nello specifico, in dieci anni è svanito il 10% degli alunni, che sono passati da 8,9 a 8 milioni. I problemi più gravi conseguenti a questa riduzione li sta affrontando soprattutto la scuola paritaria, che ha perso 3 studenti su 10. Molte scuole paritarie sono state addirittura costrette a chiudere. La scuola statale, in ogni caso, ha perso complessivamente il 7% degli alunni (-558 mila).
I posti di insegnante nella scuola statale non sono però diminuiti, anzi sono leggermente aumentati: +0,6%. Di conseguenza è anche diminuito il rapporto alunni/docenti complessivo nella statale: da 12,6 a 11,8 alunni per docente.
La riduzione del numero di alunni a scuola è probabilmente frutto di un insieme di fattori: innanzitutto bisogna considerare l’alto tasso di dispersione scolastica del nostro Paese, come ha dimostrato un recente rapporto di Save The Children. Sono moltissimi i ragazzi che non completano la scuola dell’obbligo.
Poi non si può non menzionare il fatto che in Italia, da tempo si fanno sempre meno figli. Nel 2021, secondo l’ISTAT, le nascite in Italia sono scese al minimo storico. Di conseguenza ci sono meno bambini e ragazzi che vanno a frequentare la scuola.
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