In difesa di Darwin nasce la Società di biologia evoluzionistica
La teoria dell’evoluzione naturale di Darwin trova nuovi adepti: in questi giorni si è infatti costituita all’Università di Ferrara una nuova società scientifica italiana aperta sia al mondo scientifico che a quello della scuola. Quasi duecento ricercatori, provenienti da diversi Paesi, si sono riuniti per la costituzione della Società di biologia evoluzionistica (Sibe). Ai vertici della struttura sono stati eletti Giorgio Bertorelle, dell’Università di Ferrara, come presidente, e Gisella Caccone dell’Università statunitense di Yale, in qualità di vice presidente: una scelta, quest’ultima, che “intende rafforzare – si legge in una nota emessa dagli organizzatori della società – i legami scientifici fra i biologi evoluzionisti italiani, attivi in tutto il mondo, e di promuovere a tutti i livelli la diffusione delle conoscenze relative all’evoluzione biologica”.
La presa di posizione dei ricercatori vuole essere anche una risposta alla decisione del ministero dell’Istruzione, risalente al 2004 ma poi rientrata per volontà popolare e di una larga fetta degli addetti scientifici, di eliminare lo studio di questo tipo di contenuti dai programmi della scuola media inferiore. Risulta infatti davvero duro il giudizio, da parte dei promotori della Sibe, per la scarsa considerazione da parte delle istituzioni per le teorie evoluzioniste: “In questo momento storico – dicono sempre gli organizzatori della neonata società – nel nostro Paese, come negli Stati Uniti, si assiste a tentativi di screditare agli occhi dell’opinione pubblica, con argomenti inconsistenti , la validità della teoria darwiniana dell’evoluzione”.
Anche per questo la Sibe non sarà aperta solo ai biologi, ma a tutti gli interessati “con un attenzione particolare al mondo della scuola dove l’insegnamento dell’evoluzione è stato fortemente ridimensionato nei libri di testo e nei programmi”. Malgrado tutto, però, i componenti dell’associazione hanno fatto notare che in Italia vari settori delle discipine evoluzionistiche “si mantengono a livelli di eccellenza nonostante la scarsità di investimenti che ha portato fra le tante conseguenze negative ad una fuga di cervelli all’estero”. Magari anche nelle sperdute isole Galapagos del Pacifico, tanto care proprio a Charles Robert Darwin.